L’appuntamento semestrale con
l’indagine congiunturale del Centro Studi di Cosmetica Italia offre
un’istantanea sulle dinamiche in atto nel settore. In particolare, i dati
presentati hanno evidenziato, ancora una volta, l’anelasticità dell’industria
cosmetica.
«Le performance del settore
confermano l'attitudine delle imprese alla resilienza e la loro capacità di
reazione in uno scenario economico in tensione. Come accaduto durante altre
congiunture negative, l’industria cosmetica ha ribadito la sua storica tenuta:
un risultato raggiunto grazie alla continuità, anche in tempi di crisi, degli
investimenti su leve strategiche – ha commentato Benedetto Lavino, presidente
reggente di Cosmetica Italia – A fine anno stimiamo che il fatturato globale
del settore cosmetico supererà i 13 miliardi di euro, in crescita non solo
rispetto al 2021 (+10,7%), ma anche nel confronto col periodico pre-pandemico
(+8,3% rispetto al 2019). Il cosmetico resta irrinunciabile per il consumatore
e la sua industria cresce, aumentando il suo valore nel panorama manifatturiero
italiano».
Le esportazioni concorrono in
maniera decisa al raggiungimento di questo risultato: nel 2022 si prevede che
si approssimeranno ai 5,6 miliardi di euro con un incremento di oltre il 15%
rispetto all’anno precedente.
Anche le previsioni sul mercato
interno delineano un andamento positivo con un valore superiore agli 11,4
miliardi di euro (+7,6% sul 2021): i consumi di cosmetici in Italia nel 2022
saranno quindi maggiori rispetto a quelli registrati nel 2019.
Vista l’attualità del tema, in
occasione di questa rilevazione il Centro Studi di Cosmetica Italia ha
quantificato le variazioni dei costi legati alla fornitura di energia, che sono
triplicati.
Ormai fenomeno consolidato anche
per il settore cosmetico, l’e-commerce ribadisce il suo ruolo trainante per
l’andamento del mercato interno proiettando per il 2022 una crescita del 12,3%
e confermandosi quarto canale di vendita di cosmetici in Italia.
La grande distribuzione,
principale canale distributivo per i cosmetici con una quota superiore al 40%,
chiuderà l’anno a +5,4%, mentre la farmacia, su cui meno hanno pesato le
ripercussioni del Covid in termini di frequentazioni, registrerà un +3,4%
collocandosi al terzo posto tra i canali distributivi.
«Analizzando gli indicatori
industriali emergono intenzioni di investimento sostanzialmente ottimistiche,
che non vengono quindi penalizzate dalle forti tensioni sui prezzi e sulle
materie prime – ha evidenziato Gian Andrea Positano, responsabile Centro Studi
di Cosmetica Italia – Proseguono con costanza gli investimenti in nuovi
macchinari e nel grado di utilizzo degli impianti: una conferma della vocazione
resiliente del comparto che con proattività anticipa l’evoluzione della domanda,
scegliendo di investire anche in momenti di pianificazione più incerta».