Il 2021 è stato l’anno della svolta per il settore della distribuzione automatica italiana. L’anno scorso, infatti, il comparto ha registrato segnali positivi rispetto al 2020 quando il settore, a causa del lockdown e della chiusura di scuole, uffici, università e pubbliche amministrazioni, aveva perso oltre il 30%. Il recupero è stato sensibile: il vending, infatti, ha chiuso l’anno con un fatturato di 1,435 miliardi di euro segnando una crescita del 12,11%. Anche le consumazioni sono aumentate del 10,5% (3,7 miliardi) e il parco macchine è cresciuto del +2%.
I dati dello studio Ipsos
per Confida, Associazione Italiana Distribuzione Automatica - presentati a
Venditalia, Worldwide Vending Show, la più importante manifestazione
internazionale dedicata alla distribuzione automatica (a Fieramilanocity fino
al 14 maggio 2022) - fotografano un contesto che, sebbene non abbia ancora
raggiunto i numeri pre-pandemia del 2019, fornisce un trend del settore in
crescita.
La distribuzione
automatica italiana, con più di 30.000 addetti, 3.000 imprese e oltre 820 mila
macchine installate, rappresenta la più importante catena distributiva
automatica alimentare d’Europa ed è anche leader nella produzione ed
esportazione del parco macchine: il 70% delle vending machine prodotte nel
nostro Paese, infatti, viene esportato all’estero dove è assai apprezzata la
tecnologia made in Italy.
«La ripresa avvenuta nel
2021 – ha commentato Massimo Trapletti, Presidente di Confida, durante
Venditalia, la principale fiera di settore – è sicuramente un segnale molto
positivo che riconferma l’impegno del settore nell’affrontare la crisi
scaturita dalla pandemia di Covid-19. Nonostante i volumi di consumazioni e
fatturato siano ancora lontani dai numeri pre-pandemia, complice anche
l’utilizzo intenso dello smart working durante tutto il corso dello scorso
anno, nel medio termine ci aspettiamo prestazioni positive e una crescita del
mercato nei prossimi cinque anni. Per questo è importante – conclude Trapletti
– continuare a puntare su innovazione, transizione digitale e sostenibile.»
A trainare la ripresa
sono le categorie delle bevande fredde, snack e gelati che sono cresciuti del
13,5%. In particolare, il consumo di acqua pesa per il 77% sul totale della
categoria; la crescita è stata ancora più elevata per gli energy drink e gli
sport drink (rispettivamente +31,3% e +19,6%) grazie alla graduale riapertura
dei centri sportivi e delle palestre durante il 2021. Bene anche le bevande
alla frutta (16%), il the freddo (17%) e le bevande gasate (12%).
Nel corso del 2021, gli
snack hanno recuperato solo parzialmente il forte calo dell’anno precedente
(-40%) trainati da quelli al cioccolato (+17%) e salati (+16,5%). Interessante
il dato degli snack freschi i cui consumi sono cresciuti del 10,6%: in particolare,
tramezzini e panini/pizzette hanno visto rispettivamente un aumento del 15% e
dell’11% fotografando una realtà molto comune a tanti, la necessità degli
italiani di trovare soluzioni alternative ai pranzi in bar e ristoranti ancora
non attivi al 100%.
Il caffè si conferma la
bevanda calda regina ai distributori automatici: nel 2021 ne sono stati
consumati 2,2 miliardi per una crescita dell’8,9%. Nel complesso il comparto
del caldo, che pesa a volumi il 68% del mercato dell’automatico, ha mostrato un
recupero del +9,1% rispetto all’anno precedente: il caffè, rispetto alle altre
categorie di prodotti, nel 2020 aveva risentito meno della crisi.
Anche il mercato dell’Ocs
(Office coffee service), ovvero quello del caffè in capsule e cialde, nel 2021
è tornato a crescere, sia a volume con oltre un miliardo di consumazioni
(+7,7%) che a valore con 394 milioni di fatturato (+8,3%). Nel 2020 il mercato
aveva retto al colpo della pandemia principalmente grazie al canale famiglie,
nel 2021 invece con la graduale riapertura degli uffici è tornando a crescere
anche il peso dell’Ocs aziendale (73% del comparto).