Parmigiano reggiano più forte dell’aumento dei prezzi. Nel 2022 i il giro d’affari al consumo tocca il massimo storico di 2,9 miliardi di euro contro i 2,7 miliardi del 2021, con un aumento del +6,9%. I volumi crescono del 2,6% e l’estero del 3%. Dati confortanti se si pensa che nell’anno i consumi alimentari hanno segnato un calo del 4,2% e quelli di formaggi del -3% a volume.
Sui mercati, la quotazione del Parmigiano reggiano ha registrato nel 2022 una media annua di 10,65 euro al chilo (stagionatura 12 mesi da caseificio produttore), in aumento rispetto al 2021, quando si era attestata a 10,34 euro al chilo. La produzione è in lieve calo rispetto al 2021, anno in cui si sono prodotte più forme in assoluto: 4,091 milioni contro 4,002 milioni dell’anno scorso.
Nel corso della conferenza stampa di Palazzo Giureconsulti a Milano, il presidente del Consorzio del Parmigiano reggiano, Nicola Bertinelli, ha sottolineato che le 309 aziende socie hanno reagito bene al caro energia e alla riduzione del potere di acquisto delle famiglie. “Il 2022 è stato un anno senza precedenti per il Parmigiano reggiano - ha aggiunto Bertinelli -. E anche i dati di inizio anno sono estremamente incoraggianti: nel bimestre gennaio-febbraio, le vendite nel canale grande distribuzione alimentare hanno segnato un +15,1% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il Consorzio deve dunque assumersi sempre più la responsabilità di diventare la cabina di regia dell’intera filiera, lavorando con gli operatori e le catene distributive per sostenere i consumi nel corso di un anno in cui viene commercializzato il picco di produzione più alto nella storia della Dop, quello del 2021”.

Snodo Gdo
Non a caso Bertinelli si appella ai retailer. Il canale della distribuzione moderna è centrale nella strategia del re dei formaggi. La quota Italia si attesta al 53% e al suo interno la Gdo alimentare rimane il primo canale (62,3% delle vendite), seguita dall’industria (17,5%) e dalle vendite dirette dei caseifici (15%). Il canale Horeca rimane fanalino di coda attestandosi al 9,2% del totale. Il restante 11% è distribuito negli altri canali di vendita.

Nel 2022 i volumi venduti di Parmigiano reggiano sono cresciuti dello 0,4% a fronte di un calo dello 0,1% di Grana padano. Inoltre negli ultimi anni il differenziale di prezzo fra Parmigiano reggiano e Grana padano si è ridotto in misura significativa: le stagionature più brevi dei due formaggi, segnalano una riduzione della forbice che è passata dai 4,24 euro/chilo medio del 2020 ai 3,33 del 2022. Nel primo trimestre è scesa a 2,44 euro/chilo.
“I due formaggi hanno una procedura produttiva molto diversa - ha detto a margine dell’evento Carlo Mangini, direttore marketing del Consorzio del Parmigiano reggiano -. Ciò detto, il fenomeno dell’overlap indubbiamente favorisce il Parmigiano reggiano. Più si restringe il divario di prezzo, più il consumatore è indotto a scegliere il prodotto di maggiore qualità”.