Grandi successi per Altromercato, impresa sociale e principale realtà italiana del commercio equo e solidale, che chiude l’anno con un fatturato di più di 33 milioni di euro, segnando una crescita del 13% sul corrispondente. Il bilancio, appena divulgato, è stato approvato, senza nessun voto contrario, dall’assemblea dei soci il 27 novembre.

Il periodo di esercizio –luglio 2020/giugno 2021 - è il primo in cui è stato applicato il ‘Piano industriale 2020-2023’, voluto per uscire da anni difficili e riprendere quell’energia di cambiamento che è lo scopo morale dell’organizzazione.

L’anno fiscale si è chiuso con una perdita di 779 mila euro, in linea con quanto previsto in sede di presentazione di budget - come necessità di investimenti iniziali per l’avvio del piano stesso -, ma il valore della produzione netta è salito del 13% rispetto al 2020, passando da 30,245 milioni di euro a 34,258.

Una crescita che ha interessato la gran parte dei canali, con risultati particolarmente positivi per le Botteghe Altromercato (gestite dalle cooperative socie) e per le partnership industriali.

“Sono convinto che un approccio al tema dell'economia che tenga presenti istanze non prettamente economiche sia l’unica via possibile. Oggi pensare al puro profitto diventa svilente nei confronti di quello che l’economia può davvero fare per la società e per l’ambiente – afferma il presidente, Alessandro Franceschini -. Per di più notiamo una crescente percezione di impotenza nella politica sia nazionale, sia sovranazionale, mentre c’è una grande attenzione alle imprese private e ai consumatori come soggetti capaci di trasformare le regole del mercato in chiave di maggiore sostenibilità”.

Dal lato delle vendite le categorie che hanno conosciuto i maggiori successi sono state quelle degli alimentari confezionati (+5%) e la linea di cosmetica equa solidale (+19%). Le cessioni di materie prime – soprattutto zucchero e cacao -, a seguito di ulteriori alleanze di medio periodo con industrie di trasformazione e catene distributive, sono aumentate in modo significativo grazie all’avvio di nuovi accordi pluriennali, segnando un’impennata del 58 per cento.

Sugli oltre 33 milioni di ricavi la Gdo ha pesato per il 25,3%, l’industria per il 23,8% e le Botteghe Altromercato per il 22,8 per cento. Anche la ristorazione, che beneficia della riapertura delle scuole primarie, segna un +13 per cento.

Solida come detto, nonostante gli impatti della crisi sanitaria, la performance delle 225 Botteghe, che totalizzano un +8 per cento sui reparti alimentari.