"L'Italia esce indenne dalla revisione della lista dei prodotti soggetti a dazi che gli Usa avevano emanato lo scorso ottobre. Sono stati colpiti altri Paesi ma non il nostro. Sono salvi i vini, l'olio d'oliva e gli altri prodotti nazionali, che rischiavano imposizioni fino al 100%. La nostra azione diplomatica e la nostra amicizia con gli Stati Uniti hanno scongiurato il peggio per le aziende. Così difendiamo il Made in Italy, così difendiamo i prodotti della nostra terra, orgoglio della nazione". Lo ha detto il Ministro degli Esteri Luigi di Maio.

In effetti i dazi restano fissati, almeno per ora, al 25% e le parti in causa paiono esaminare con maggiore serietà la via del negoziato.

La notizia permette di tirare un sospiro di sollievo, visto che le nostre esportazioni agroalimentari verso gli States valgono qualcosa come 4,5 milioni di euro all’anno e dato che gli americani sono i primi consumatori di made in Italy al di fuori dello scacchiere europeo, con una domanda in costante crescita.

Entusiaste le associazioni di categoria, le confederazioni degli agricoltori e gli esponenti del mondo delle indicazioni geografiche. Citiamo solo l’opinione di Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano: “Accogliamo con entusiasmo la notizia che gli Usa hanno deciso di non alzare i dazi. Abbiamo lavorato nella direzione giusta, facendo squadra con le altre Ig e credendo fermamente che la Commissione Europea fosse l’unico tavolo al quale portare avanti la negoziazione, evitando di disperdere energie sui diversi interessi delle singole classi di rappresentanza. Nervi saldi e credere di più nell’Europa come Istituzione: è questo l’approccio giusto per combattere una battaglia che è solo all’inizio”.