Come da (facile) previsione è arrivata, da parte della Camera, la bocciatura agli emendamenti che avrebbero potuto portare i farmaci di fascia C nei corner della Gdo e nelle parafarmacie.

Scontro politico a parte, sono ovviamente opposti i pareri dei due schieramenti in campo. Per il dettaglio moderno parla Conad, che in una nota durissima commenta:

"Il 'no' alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C è una decisione presa contro i cittadini. Se la liberalizzazione del mercato farmaceutico avesse interessato anche la vendita di farmaci di fascia C, medicinali su ricetta, ma a totale carico di chi li acquista, per una spesa annua di 4,3 miliardi di euro i cittadini avrebbero risparmiato dai 500 agli 800 milioni di euro all'anno, in un comparto che su base Italia pesa il 30% in più rispetto ai farmaci di automedicazione già liberalizzati".

"In un periodo in cui i bilanci delle famiglie stanno ancora subendo gli effetti della pesante congiuntura economica sarebbe stata un'importante boccata di ossigeno. Invece, ancora una volta – conclude Conad -, si è preferito tutelare le lobby che, forti di posizioni acquisite quanto irrinunciabili, hanno interessi che non sono certo quelli dello sviluppo e della crescita del Paese".

Esulta, al contrario, Federfarma, l’associazione dei titolari di farmacie: "La Camera ha riconosciuto il valore sociale e sanitario della farmacia e la necessità di far prevalere la tutela della salute dei cittadini, salvaguardandone la capillarità e proseguendo il percorso verso un più organico inserimento della farmacia nel sistema sanitario nazionale. L'Italia quindi rimane allineata agli altri Paesi europei, in nessuno dei quali il farmaco con ricetta è venduto fuori farmacia".