Arriva il Decreto Legislativo 25/11/2016, n. 222, conosciuto come “Scia 2” e approvato dal Consiglio dei Ministri il 24 novembre. Lo hanno già definito legge anti fast-food, anche se prevede di censire tre campi di attività privata: edilizia, commercio e ambiente. L’entrata in vigore è prevista per l’11 dicembre 2016, ma gli effetti si avvertiranno molti mesi dopo, in quanto c’è tempo fino alla fine di giugno per introdurre effettive trasformazioni.

Cosa cambia per la vendita al dettaglio? Secondo Federdistribuzione all’articolo 1, comma 4, viene attribuito “potere illimitato ai Comuni per porre vincoli e restrizioni allo stabilimento delle attività economiche e alle categorie merceologiche vendibili, utilizzando in modo strumentale l'obiettivo di tutelare e valorizzare il patrimonio storico e culturale delle città, ma attuando in questo modo discriminazioni tra operatori economici. I Comuni hanno peraltro già ora gli strumenti adeguati per un buon governo del territorio.

"Prendiamo atto della decisione del Consiglio dei Ministri – continua la Federazione -, una decisione contraria ai principi di liberalizzazione delle attività economiche e che presenta, a nostro avviso, e a parere di esperti, profili di incostituzionalità.

“È un provvedimento destinato a penalizzare le scelte dei cittadini e a frenare gli investimenti delle imprese sul territorio, esattamente il contrario di quello di cui avremmo bisogno per rimettere in moto il Paese e le economie locali.

“Solleveremo la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 4, nelle sedi giudiziarie competenti, sulla base dei profili critici già evidenziati nel parere della Commissione Affari Costituzionali del Senato. E contesteremo gli atti applicativi che via via verranno adottati dalle amministrazioni locali".

Come si legge sul “Sole-24 Ore” il taglio netto e subitaneo da parte della Corte Costituzionale è stato scansato per diversi motivi, fra i quali l’intesa con gli enti locali.


Per leggere il testo del decreto clicca qui