di Luca Salomone

È un quadro che mette in evidenza il contributo concreto del settore distributivo allo sviluppo ambientale, sociale ed economico del Paese, quello che emerge dal Report di sostenibilità di settore della distribuzione moderna 2023, presentato a Roma da Federdistribuzione.

Il documento, curato con il supporto metodologico di Altis – Alta scuola impresa e società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano -, evidenzia le principali direttrici di sviluppo sostenibile sulle quali le aziende del settore stanno orientando il proprio impegno.

Emergono alcuni dati significativi: con l’obiettivo di contribuire a ridurre l’impatto ambientale il 53% delle aziende ha adottato pratiche formalizzate, il 42% investe in tecnologie innovative, per ridurre le emissioni, e circa un terzo ha implementato attività di compensazione e campagne informative rivolte a dipendenti e consumatori.

Nell’ambito della mobilità sostenibile il 79% ha intrapreso azioni concrete, fra le quali l’installazione di colonnine di ricarica per auto elettriche, la messa in efficienza della localizzazione dei depositi e l’uso di mezzi elettrici.

Le imprese della distribuzione svolgono inoltre un ruolo di primo piano nella riduzione dei consumi energetici: il 95% impiega energia rinnovabile, l’89% autoproduce elettricità da fonti rinnovabili e il 58% acquista energia verde da fornitori terzi.

Per quanto riguarda l’impegno a incrementare la circolarità, tracciabilità e trasparenza relativa ai prodotti, le aziende dimostrano una crescente attenzione: il 74% ha in essere azioni di sensibilizzazione dei propri dipendenti rispetto alla gestione dei rifiuti non alimentari e il 63% ha in corso iniziative per incrementare la quota di rifiuti destinata al recupero.

L’89%, poi, è impegnato a ridurre l’uso di plastica e a introdurre materiali più sostenibili negli imballaggi.

Di fondamentale rilevanza, per il settore, i temi che riguardano la lotta allo spreco, l’educazione e la sicurezza alimentare: il 92% delle aziende dispone di una politica formalizzata sulla sicurezza dei prodotti alimentari e il 67% effettua rigorosi audit in fase di approvvigionamento. Il 58% promuove iniziative di sensibilizzazione a studenti delle scuole sui temi della corretta alimentazione.

Quasi la totalità dei distributori (92%) ha in essere una collaborazione con il Banco alimentare e l’83% con enti che gestiscono la donazione e la redistribuzione delle eccedenze alimentari.

L’analisi evidenzia, inoltre, l’importanza che le aziende assegnano alle persone e alla salute psico-fisica dell’individuo: emerge che 8 su 10 hanno adottato una policy formalizzata per garantire la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro. Il 42% ha avviato iniziative specifiche per il benessere dei collaboratori, con particolare attenzione al welfare aziendale.

Non mancano, infine, le iniziative per favorire equità, difesa delle categorie più svantaggiate e protette: il 63% delle imprese ha formalizzato un codice di equità per garantire pari retribuzione e il 74% ha adottato un protocollo etico dedicato al tema dei diritti umani, che affianca l’impegno a favorire l’adozione di buone pratiche lungo tutta la catena di fornitura, per tutelare i diritti umani e valorizzare le eccellenze del territorio nazionale e le tipicità regionali.

«I dati del rapporto mettono in evidenza l’impatto positivo, ambientale, sociale ed economico, delle imprese della distribuzione moderna, rendendone sempre più importante la presenza sul territorio e il valore generato nelle comunità locali - commenta Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione -. Crescita sostenibile, responsabilità sociale e attenzione all’ambiente sono valori di riferimento che guidano quotidianamente le nostre aziende e che si riflettono nel servizio essenziale di cui beneficiano quotidianamente milioni di persone. La moderna distribuzione continuerà a svolgere un ruolo da protagonista nello sviluppo della sostenibilità del Paese».