Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge regionale del Friuli Venezia Giulia che imponeva 10 giornate di chiusura obbligatoria per gli esercizi commerciali.

La decisione dell’Esecutivo è stata accolta, ovviamente, in modo molto positivo da Federdistribuzione.

"È una posizione coerente con il rispetto dei principi comunitari e nazionali di liberalizzazione dei mercati e di tutela della concorrenza - commenta Giovanni Cobolli Gigli, presidente della Federazione -. Sono ormai più di quattro anni che una legge dello Stato ha concesso all'imprenditore la piena libertà di gestione dei suoi punti vendita, anche per quello che riguarda gli orari di apertura e i giorni di apertura e di chiusura. Un principio che va difeso e che consente al commercio di adeguarsi nel modo migliore alle esigenze di servizio richieste dai cittadini".

"Riteniamo non produttivo l'atteggiamento di alcune regioni, come il Friuli Venezia Giulia appunto, che cercano di sovvertire regole già consolidate - prosegue Cobolli Gigli -. In questo modo non si fa che alimentare un'incertezza normativa che penalizza gli investimenti delle imprese con riflessi sull'occupazione e lo sviluppo dei territori".

"Auspichiamo che il Governo continui a difendere con determinazione i principi di promozione e tutela della concorrenza anche di fronte ad altre iniziative già assunte dalle istituzioni locali, finalizzate a limitare le liberalizzazioni avviate a livello nazionale. Con ciò mostrandosi coerente con le numerose dichiarazioni dell'Antitrust e i ripetuti pronunciamenti in questo senso della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato", conclude il presidente.

Tuttavia la battaglia sembra appena all’inizio. La Giunta regionale si è riservata di esaminare, in prima battuta la decisione del Cdm e le relative motivazioni, per capire se ci siano gli estremi per un ricorso alla Corte Costituzionale, o, in ogni modo, per modificare la norma senza rinunciarvi del tutto.