Bilancio pesante per i centri commerciali. Secondo il nuovo Snapshot “L’impatto del Covid sui centri commerciali” realizzato dal Dipartimento di Ricerca di World Capital, rispetto al 2019 è la ristorazione a segnare la contrazione maggiore con un -45,8%, seguita dall’abbigliamento e calzature (circa -34,5%), da attività di servizio (-33,9%), servizi sanitari e alla persona (-30,9%), cultura e tempo libero (-29,1%), beni per la casa (-15,9%) ed elettronica di consumo (-13,5%).

Focalizzandoci sugli effetti pandemici il Consiglio nazionale centri commerciali, insieme a Confesercenti, Confcommercio, Confimprese, Federdistribuzione, Coop, Conad, ha stimato che le perdite di fatturato si siano aggirate intorno ai 400 milioni di euro a settimana, con un calo degli ingressi di circa il 50% rispetto ai mesi del 2020 precedenti alla pandemia.

Sempre rispetto al 2019, le regioni italiane che hanno registrato le performance più incoraggianti (aprile 2020), si fa per dire, sono state l’Emilia-Romagna e il Lazio, che si attestano rispettivamente al -29,6% e al -29,7%, mentre in coda si trovano la Sardegna, con un -58,3%, e la Campania, che segna un divario pari al -56,9.

“A oggi, gli ultimi dati affermano come, rispetto al 2019, il comparto abbia fatto registrare un -15%. Tuttavia, vista la situazione di forte crisi globale, il segno meno risulta essere tutto sommato incoraggiante. Il nostro settore ha mostrato una forte resistenza, con i gestori e gli operatori che hanno affrontato il periodo più difficile della crisi senza arrendersi - ha commentato Roberto Zoia, Presidente del Cncc –. La tendenza emergente, per la ripresa, sarà di espandere sempre più la portata funzionale delle piattaforme commerciali, rendendole veri e propri punti di riferimento e incontro sul territorio, con una propria identità e insistendo sempre più sul commercio esperienziale”.

Sono 1.260 i poli commerciali presenti sul territorio nazionale che, con i loro 40.000 negozi (di cui 7.500 a gestione unifamiliare), registrano 2 miliardi di presenze annue.

Particolarmente importante il volume d’affari che, con i suoi 139,1 miliardi di euro (dato 2019) ha un’incidenza sul Pil italiano pari al 7,5% (dato 2019). Dal punto di vista occupazionale, nel settore sono impegnati fra personale diretto, indiretto e indotto, 780.000 persone (dato 2019).