Tempi duri per la alternative alla carne. Le Istituzioni, infatti, hanno messo nel mirino le carni in vitro o da laboratorio, tanto che il ministro Francesco Lollobrigida, Agricoltura e sovranità alimentare, ha dichiarato, al Sole 24 Ore-Radiocor, che «il Parlamento farà una legge contro la commercializzazione della carne sintetica in Italia in tempi molto, molto brevi».

Polpette vegetali? Non placent

Ma il nodo principale è quello di polpette, burger, salsicce e affettati vegetali, un settore che è in cima alle performance dell’alimentare e che, solo nel nostro Paese, ha avuto, secondo Iri (ora Circana) una crescita del 25% nel 2021. Quello che non va giù alla zootecnia e alla politica è l’uso di termini normalmente legati al mondo delle carni.

«L’ultima novità in fatto di agricoltura – conferma una nota dell’organizzazione Essere animali - arriva direttamente dalla Camera dei Deputati, in particolare dalla Presidenza della Commissione Agricoltura, dove è stata presentata una proposta di legge “Disposizioni in materia di denominazione dei prodotti alimentari contenenti proteine vegetali”, che intende vietare, per i prodotti a base vegetale, l’utilizzo di nomi tipici dei prodotti di carne, come burger, salsiccia, würstel, cotoletta e altri».

Questo, secondo Essere animali, è nettamente in conflitto con quanto indicato da tutte le istituzioni internazionali - Unione europea e Nazioni Unite in primis - che spingono sulla necessità di adottare una dieta sempre più vegetale e sostenibile, sulla base di numerosi studi scientifici e per via della necessità di contrastare la crisi climatica.

L'introduzione del disegno di legge in Italia - continua Essere animali - segue i tentativi delle autorità di regolamentazione e dell'industria dell'agricoltura animale in altre parti del mondo - tra cui Francia, Belgio e Repubblica Ceca - di limitare l'etichettatura della carne e dei prodotti lattiero-caseari di origine vegetale, mentre le alternative continuano a crescere in popolarità e quota di mercato.

Parte la petizione

Dunque Essere Animali ha lanciato una petizione per fermare la proposta di legge. Del resto, secondo un sondaggio pubblicato nel 2020, da Beuc (The european consumer organization) l’88% degli italiani si è espresso a favore dell’utilizzo di questi termini.

La questione posta dal nostro legislatore è che, utilizzando vocaboli normalmente riferiti alle carni, i consumatori potrebbero essere confusi rispetto al loro valore nutrizionale.

È tanto facile sbagliarsi? A vedere i prodotti non sembra proprio. Ma a parte questa considerazione, del tutto personale e discutibile, non si può dimenticare che provvedimenti simili, come detto, sono già stati adottati, dall’Ue, per i sostituti del latte e dei caseari: dal 2020, infatti, sono vietati termini come latte vegetale e formaggio vegetale.

Gioco di lobby o battaglia di trasparenza?

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