“Siamo di fronte a una ripresa economica fragile e tutt'altro che consolidata, però sia i dati macroeconomici che le misurazioni censuarie documentano che stiamo assistendo a una rinnovata fiducia sui mercati, i quali stanno reagendo positivamente”: così IRI conferma la maggiore predisposizione agli acquisti dei prodotti di prima necessità, fra cui il largo consumo confezionato.

Le previsioni indicano una chiusura 2015 con un andamento dei volumi pari al +1,7% (vendite a valore a prezzi costanti) e un ulteriore +1,1% per il 2016. Per quanto concerne i valori correnti, o monetari, il dato è pari a una crescita del 2,5%. Nel 2016 resterà un andamento positivo, ma leggermente più ridotto: +1,9% (non dimentichiamo che l’anno in corso ha beneficiato di una stagione estiva eccezionalmente favorevole per i beni stagionali come gelati, bevande ecc.).

La crescita non sarà tumultuosa a causa di tre fattori. Intanto la rinnovata fiducia sul potere di acquisto di medio periodo si riverserà soprattutto sui beni durevoli. In secondo luogo la crescente multicanalità (strutture specializzate, e-commerce, ecc.), che il "nuovo consumatore" ha sperimentato durante gli anni difficoltosi della crisi, si andrà ulteriormente a consolidare, attraendo ancora una fetta delle spese. Infine i drastici cambiamenti nei comportamenti di consumo, sviluppati dalle famiglie nel corso della crisi, permangono, determinando un approccio più consapevole e attento agli sprechi.

“La caduta del ciclo economico – scrive IRI - è stata un'importante causa del calo delle vendite del largo consumo durante gli scorsi anni, tuttavia sono soprattutto le concomitanti inefficienze degli operatori dell'industria della distribuzione (produttori e distributori durante il biennio 2013-14) ad avere compresso il trend degli acquisti. E' evidente che questi due fattori sono correlati fra loro: le inefficienze di filiera sono in buona parte la conseguenza dell'adozione estesa di tattiche di brevissimo periodo - principalmente attività promozionali - volte a sostenere i volumi in un contesto di oggettiva difficoltà della domanda”.

Il prezzo medio del carrello crescerà in linea con l'inflazione generale del Paese (+0,8% nel 2016). Per quanto concerne l'andamento a volume dei differenti comparti, nel 2016 si prevede il consolidamento della fase positiva, con l'eccezione dei panieri stagionali (che risentiranno di un rimbalzo sull'estate 2015). Basti l’esempio delle bevande e birre, che chiuderanno il 2015 con un eccezionale +4,7% a valori costanti, ma che nel 2016 dovranno scontare un trend del -1,2% anno su anno.