È scontro aperto, Oltreoceano, fra i due titani tedeschi, europei e mondiali del discount: mentre Aldi riversa sugli Usa una massa di 3,4 miliardi di dollari (più di 3 miliardi di euro), Lidl sbarca domani, giovedì 15 giugno, nel Nuovo Mondo.

Lidl ha pianificato un debutto da 10 aperture, a partire dal pilota di Fredericksburg, in Virginia. Ma guarda da subito al raddoppio, con 20 negozi entro l’estate, sempre in Virginia e poi nella Carolina del Nord e del Sud. L’obiettivo è di arrivare a 100 indirizzi in 12 mesi e a 330 nel 2020.

Il format americano è diverso da quello europeo e ha superfici maggiori del 35% circa: la popolazione è abituata a negozi molto ampi, ad assortimenti più profondi e vige la ferrea regola del ‘no parking, no business’. Per l’avvio della sfida americana il gruppo ha assunto 1.400 persone.

Aldi, dal canto suo, già presente nella confederazione a stelle e strisce con 1.600 discount, vuole balzare a 2.500 da qui al 2022, con 400 opening nel biennio in corso. Inoltre, nel 2017, ha annunciato 1,6 miliardi di dollari di stanziamenti per il rifacimento, entro la fine del 2018, di 1.300 negozi.

L'impatto con il mercato Usa non sarà certo leggero: il tessuto distributivo è molto affollato ed evoluto e le varie catene si stanno dando una feroce battaglia sui prezzi.

I due tedeschi però non sono certo dei novellini. Lidl o, per meglio dire, Lidl Stiftung & Co, è stata fondata nel 1930 e, secondo i dati di Deloitte, è oggi il primo retailer europeo, nonché il quarto mondiale, con un fatturato 2015 di 94,45 miliardi di euro e un Cagr (tasso di crescita annuale composto) del 5,9 per cento nel 2010-2015.

Aldi, ovvero ALbrecht-Discount, ha inaugurato invece il suo primo negozio nel 1946. Nella classifica annuale di Deloitte occupa l’ottava posizione mondiale e la terza europea, dopo Lidl e Carrefour, con vendite totali di 82,16 miliardi e un Cagr dell’8 per cento.