Dopo una rincorsa che dura ormai da anni, a fine 2015 lo spumante italiano sbanca nuovamente l’Europa e chiude il bilancio dei 12 mesi con esportazioni pari a 2,7 milioni di ettolitri, superando di molte lunghezze le vendite estere dei cugini francesi – 1,8 milioni di ettolitri – e delle bollicine spagnole, che si fermano a 1,6 milioni.

Lo spiega Nomisma nell’ultimo Wine Monitor. Tuttavia il made in Italy non spicca in valore, con un flusso stimato in circa un miliardo di euro rispetto ai 3 miliardi della Francia. Nel corso dell’anno le vendite oltre confine dei tre Paesi leader europei hanno sfiorato 5,7 milioni di ettolitri, con un +8% in volume e un +15 in valore.

“Nel mondo è soprattutto grazie agli spumanti se i consumi di vino sono in crescita – ha spiegato, al Sole 24 Ore-Radiocor, Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma -. Solo negli ultimi 10 anni, il consumo di sparkling è aumentato di oltre il 30%, contro una variazione che, per quanto riguarda il vino nel suo complesso, non è andata oltre il +5%. Gli scambi internazionali sono cresciuti di oltre il 60% in valore e l'export di spumanti italiani è andato ben al di là, con un +242 per cento”.

L’80% delle vendite estere dei nostri bianchi frizzanti è dovuto ai prodotti a denominazione e specialmente al Prosecco, che riscuote crescenti successi un po’ ovunque: dagli Usa, al Canada, dalla Scandinavia alla Svizzera.