I Ministri Maurizio Martina (Mipaaf) e Carlo Calenda (Sviluppo economico) hanno firmato il decreto interministeriale per introdurre l'obbligo di indicazione dell'origine dei derivati del pomodoro. Il provvedimento introduce la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, nel solco della norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari, per la pasta e per il riso.

Il decreto si applica ai derivati come conserve e concentrato di pomodoro, oltre che a sughi e salse, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.
"Rafforziamo il lavoro fatto in tema di etichettatura in questi mesi - ha dichiarato Martina -. Crediamo che questa scelta vada estesa a livello europeo, garantendo la piena attuazione del regolamento europeo 1169 del 2011. Il tema della trasparenza delle informazioni al consumatore è un punto cruciale per il modello di sistema produttivo che vogliamo sostenere.

“L'Italia – ha proseguito il Ministro - ha deciso di non attendere e fare in modo che i cittadini possano conoscere con chiarezza l'origine delle materie prime degli alimenti che consumano. Soprattutto in una filiera strategica come quella del pomodoro l'etichetta aiuterà a rafforzare i rapporti tra chi produce e chi trasforma".

Soddisfazione è stata espressa dal mondo agricolo e da quello industriale, rappresentato da Anicav (Associazione nazionale industrie conserviere).

Ha commentato Antonio Ferraioli, presidente di Anicav e di gruppo La Doria: “Salutiamo positivamente le dichiarazioni del Ministro Martina sull’etichettatura obbligatoria di origine anche per i derivati del pomodoro. Il Ministro ha condiviso la proposta – che trae origine dalle “Linee di indirizzo sull’etichettatura d’origine dei derivati del pomodoro” approvate nel corso dell’ultima Assemblea dei soci - presentata da Anicav lo scorso giugno, in occasione dell’audizione alla Camera dei Deputati”.

“Come Anicav siamo sin d’ora disponibili ad accompagnare il percorso delineato dal Ministro Martina per giungere alla rapida adozione di un decreto che disciplini l’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine del pomodoro utilizzato per la produzione di derivati che possa finalmente porre un argine alle speculazioni e alle polemiche degli ultimi anni e garantire al consumatore la massima trasparenza – afferma Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav –. Questo rappresenterà un primo utile risultato, pur nella consapevolezza che sarà necessaria un’omogeneizzazione tra la regolamentazione nazionale e quella comunitaria, per evitare che la norma abbia un’efficacia limitata soltanto al territorio italiano, come sta già avvenendo per la passata di pomodoro”.