“Salgono a oltre 2 miliardi le perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti da un andamento climatico del 2017 del tutto anomalo che lo classifica tra i primi posti dei più caldi e siccitosi da oltre 200 anni, come dimostra lo stato di difficoltà di fiumi e laghi”: l’allarme viene da Coldiretti, ma anche dalle altre associazioni del settore.

Secondo questa fonte le merceologie più colpite sono i cereali, il pomodoro da industria, il lattiero caseario, l’olio di oliva, gli ortaggi e i legumi.

Il fatto, paradossale, ma solo in apparenza, è il cedimento dei prezzi di molti beni: angurie a meno di 10 centesimi di euro al chilo, meloni a meno di 30 centesimi, zucchine, pomodori e peperoni quasi regalati, mentre il pomodoro da mensa è andato in fumo per oltre il 35%, lamenta Coldiretti Puglia.

La maturazione precoce di molte varietà e il ricorso drastico alle importazioni dai Paesi risparmiati dalla canicola, hanno infatti riversato sul mercato quantitativi di prodotto assolutamente anomali.

Lo stato di allerta riguarda anche il foraggio per l’alimentazione del bestiame, e dunque la zootecnia, con prati e pascoli secchi. “La crisi investe l’intera Penisola, dove circa i 2/3 dei campi coltivati sono in difficolta e per gli agricoltori è sempre più difficile ricorrere all’irrigazione di soccorso”.

Per fortuna, secondo ‘AgrOsserva – I e II trimestre 2017’, indagine realizzata in un nuovo format da Ismea, l'agroalimentare ha archiviato, almeno fino a giugno, performance positive per quanto riguarda occupazione, scambi internazionali e numero delle imprese condotte da giovani.

Per l’industria del food & beverage a incidere positivamente è ancora la crescita dell’export (+5,5% nei primi 4 mesi del 2017). Un ulteriore segnale di ottimismo viene dagli investimenti, spinti da una maggiore richiesta di prestiti da parte delle aziende (+2,1% a marzo 2017 su base annua).

Le imprese alimentari - circa 70.000 – aumentano, a livello tendenziale, anche nel primo trimestre dell’anno (+0,5%). Infine gli acquisti domestici: nel periodo gennaio-giugno, crescono del 2,5% su base annua.


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