Sono stati anticipati di più di un mese i fondi di 4,7 milioni di euro che ogni anno lo Stato eroga ai Comuni. Inoltre, sempre il Governo, ha deciso di stanziare 400 milioni in più verso le famiglie nelle maggiori difficoltà economiche, da utilizzare quali buoni spesa.

Anche se al momento non sono stati ancora chiariti molti aspetti pratici, quello che si sa è che la somma verrà distribuita alle municipalità e poi da queste suddivisa in base ai redditi e ai bisogni. Potrebbero, in parte, essere gli stessi servizi sociali a effettuare la distribuzione dei buoni, che verranno poi erogati alle famiglie indigenti, con tagli compresi fra 25 e 50 euro.

Il sistema sarà operativo nei prossimi giorni e la messa in pista partirà da domani, martedì 31 marzo. Per avere i buoni, quando non erogati dai servizi sociali, bisognerà chiamare il numero verde, che i singoli comuni stanno approntando, come stanno redigendo la lista dei negozi convenzionati.

Dal 15 aprile poi arriveranno altri 600 euro milioni di euro previsti dal decreto Cura Italia.

L’iniziativa è stata subito approvata dai retailer: le prime adesioni sono arrivate, già nella serata di domenica 29, da Federdstribuzione, che ha salutato positivamente la manovra, da Fida-Confcommercio e da Lidl Italia.

Altre novità positive sul versante dei prodotti: l’Esecutivo ha chiarito, principalmente su richiesta del Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che la cancelleria e gli articoli scolastici, si potranno vendere liberamente nei supermercati, iniziativa tanto più gradita in quanto siamo in tempi di telescuola e telelavoro. Restano però chiusi i negozi specializzati, come le cartolerie e copisterie.

Fiori e piante: venerdì 27 marzo, il Mipaaft, ha dato via libera al commercio al dettaglio, anche se la perdita, da parte del sistema è stata paurosa, con perdite, per i produttori e rivenditori, fra il 70% e il 100%. Secondo il ministro, Teresa Bellanova, il ritorno alla normalità è possibile in quanto il settore – 2,5 miliardi di fatturato, 27.000 imprese e 100.000 addetti - fa parte del mondo agricolo. Però la batosta è stata paurosa: si parla di ben 1 miliardo di euro di prodotti gettati.