Per una volta una buona notizia: cala, secondo i dati Waste Watcher-Università di Bologna lo spreco alimentare degli italiani. Se nel 2014 una persona su 2 (50%) dichiarava di gettare cibo quasi ogni giorno, nel 2018 solo l’1% ha ammesso di cestinare alimenti.

Le cattive pratiche che ci portano a sprecare in casa, dove si ‘consuma’ il 70% circa del fenomeno, sono legate agli acquisti eccessivi per 4 italiani su 10 (40%) che causano la scadenza degli alimenti in frigo in 1 caso su 2 (46%), o il loro deterioramento, con la comparsa di muffe (43%), cattivi odori o sapori (41%). Il 39% dei soggetti ammette di avere cucinato troppo, mentre 1 italiano su 3 – il 31% per la precisione – indica come causa le confezioni eccessive.

Da dove arriva il cibo ogni giorno giorno entra nei nostri piatti? Secondo l’indagine dell’Osservatorio Waste Watcher 2019 il primato assoluto è dei supermercati, scelti da 7 su 10 (72%). Seguono gli ipermercati e i centri commerciali (30%), mentre è in caduta libera il canale dei piccoli negozi (18%) e quello dei mercati (15%). Ma, a sorpresa, l’acquisto online entra nella quotidianità anche per i generi alimentari (8%).

Non resta, intanto, che sognare di essere circondati da tecnologie intelligenti: la scelta per l’85% degli italiani ricade su sistemi ottimali di pianificazione della spesa, ma c’è anche chi preferirebbe packaging intelligenti che cambiano colore e segnalano la maggiore o minore freschezza degli alimenti (1 italiano su 8) e su sistemi sofisticati di controllo delle temperature del frigo.

Federdistribuzione spiega che in Italia, secondo uno studio del Politecnico di Milano, si producono ogni anno 5,6 milioni di tonnellate di cibo in eccesso. Di queste meno del 10% viene recuperato attraverso donazioni per le persone bisognose. Il resto è spreco: una quantità che corrisponde al 15,4% della totalità dei consumi alimentari degli italiani.

“Ogni anno – spiega Claudio Gradara, presidente della Federazione – la Gdo dona 65.000 tonnellate di cibo. È molto, ma si potrebbe fare di più, se si riuscissero a superare gli impegni burocratici che ancora frenano le donazioni. Un significativo passo avanti in questo senso è stato fatto con la cosiddetta Legge Gadda del 2016, che ha introdotto importanti semplificazioni. Un’accelerazione potrebbe però arrivare se le amministrazioni comunali introducessero sconti nella tariffa dei rifiuti per i soggetti che regalano, riconoscendo un vantaggio a chi rende operativo il circolo virtuoso ‘più donazioni, meno rifiuti, meno costi per la collettività’”.