di Luca Salomone

E-commerce sempre in crescita: tuttavia il quadro è molto in chiaroscuro. Se il fatturato B2c, in Italia, è salito, nel 2022, fino a 75,89 miliardi di euro, con un +18,58%, per la prima volta nella storia il canale ha beneficiato soprattutto di una rincorsa dei prezzi medi del 9,43 per cento. Lo dice E-commerce Italia 2023 di Casaleggio associati, disponibile online da pochissimi giorni.

L’inflazione distorce tutto, ma in certi settori morde con intensità particolare, come nel turismo, dove il rincaro è di 15 punti.

'Centri commerciali' al palo

Ma andiamo con ordine. Tutto è condizionato, naturalmente, dal rientro dal boom da Covid, anche se questo non ha squilibrato più di tanto i rapporti fra le varie componenti dell’offerta di prodotti e servizi.

“Il tempo libero – si legge -, che è da anni la voce di spesa più importante, continua a esserlo e rappresenta l’esatta metà (50,07%) del fatturato. L’incidenza positiva è data in particolare dalla crescita del gioco online, così come degli acquisti legati agli hobby e allo sport. Il settore è tuttavia limitato dal mercato illegale, il quale rappresenta lo stesso volume del mercato legale. A questo proposito sono oltre 10 mila i siti oscurati dall’Agenzia dei Monopoli, ma sui quali i clienti continuano ad andare, tramite Vpn, perché possono offrire quote migliori, non pagando le tasse”.

Ribadiscono il secondo posto i centri commerciali online, come Amazon, , che tuttavia perdono smalto, visto che la loro incidenza sulle vendite finali scende dal 22 per cento del 2021 al 19 del 2022, una crisi che, secondo la ricerca, è dovuta alla crescita zero dell’anno trascorso, un appiattimento spiegabile con l’impossibilità di tenere il passo con un 2021 ancora, in parte, dinamizzato dall’effetto pandemico.

Alti livelli, al contrario, per il business del turismo, che, dopo un biennio impossibile, a causa del Covid, ha superato i livelli del 2019 con una crescita del 47% (2022/21), la quale depurata dalla componente inflattiva, esprime un ragguardevolissimo +32 per cento.

“Tuttavia – si legge – questo segmento di domanda non riesce ancora a riprendersi il secondo posto nella ripartizione dei fatturati, rimanendo al 13,26% del valore totale”.

Il food torna in negozio

Alimentare: qui, dopo un eccezionale e comprensibile 63% di crescita nel 2020, più o meno ribadita dal +37 per cento del 2021, si è verificato un drastico calo, su una performance positiva, del 5,5%, ma che, a fronte di un incremento dei prezzi del 9,5%, passa in zona negativa.

Mentre le assicurazioni si mantengono stabili, l’elettronica di consumo cresce del 7% con un 3,3% sul totale fatturati. Segue la moda: costante al 2% del totale, ma in incremento del 15,9% nel 2022 (metà della performance è dovuta all’inflazione).

“Per l’editoria le vendite online sono cresciute del 10% e il settore scende all’1,66% di quota. Chiudono la classifica salute e bellezza e casa-arredamento. Questi due settori – riferisce lo studio - pesano ancora molto poco sul totale, l’1%. Il primo è quello che ha registrato la crescita maggiore (dopo il turismo), del 25%, diminuendo rispetto al +38% dell’anno precedente, mentre il secondo ha avuto una battuta d’arresto con una crescita (8%) sotto il livello di aumento prezzi (10%)”.

In sostanza il 2022 è stato un grande banco di prova che, almeno in parte, ha dimostrato la capacità di tenuta e crescita del commercio elettronico rispetto a circostanze straordinarie, ma che ha comunque ribadito, almeno per il mondo dei beni di consumo, l’importanza del canale offline, tornato prepotentemente alla ribalta.

Produttori contro distributori

E per il 2023? L’anno in corso dovrebbe ancora risentire di scosse di assestamento post Covid, ma anche evidenziare la forte crescita online dei produttori rispetto al commercio. “Il maggiore incremento, in quasi tutti i settori dei beni di consumo vengono infatti previsti sul lato delle industrie – si legge - il che fa presagire investimenti importanti da parte di questi attori. I retailer, dunque, dovranno giustificare il loro ruolo nella catena distributiva”.

E se un sito di e-commerce ‘tipo’ dovrebbe salire, in termini di fatturato, del 17,6 per cento, i maggiori risultati si otterranno nel tempo libero (+23), e poi nell’alimentare e moda (+20), nella cura della persona e salute (+19).

A seguire si prevede che saliranno anche la casa-ufficio e l’arredamento (+18%), l’elettronica di consumo (+12%), i centri commerciali online (+10%).

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