Superstore, centri commerciali e discount: sono queste le tipologie commerciali che hanno dato le maggiori sorprese nel 2016. Se i primi si distinguono per l’elevata redditività, 8.400 euro al mq, e i secondi per l’aggiunta di oltre 300.000 mq di nuove superfici, i re dello sconto hanno dimostrato notevoli progressi, anche oltre l’apice della crisi.

Il ‘Rapporto Coop 2016’, appena rilasciato in versione aggiornata, spiega che “chi credeva che le fortune di questo canale fossero legate a stretto giro all’andamento negativo dell’economia, deve ricredersi”. Nel solo largo consumo confezionato il discount ha avuto performance eccezionali, con una crescita del 6,3% in valore e un incremento del 9% delle quantità intermediate. E per il 2017 è sempre Coop a prevedere, in termini di fatturato al consumo (Lcc, fresco a peso variabile e non food) un’avanzata del 4,3%, che conferma, anche se con un certo rallentamento, il dato di gennaio-ottobre 2016 (+6,9).

L’Istat, nella rilevazione sul commercio al dettaglio diffusa il 22 dicembre e relativa al mese di ottobre, scrive che “per gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare, il valore delle vendite aumenta per i discount (+2,7%) e per gli ipermercati (+0,3%); diminuisce, invece, per i supermercati (-0,7%)”.

A livello nazionale la rete, secondo i dati Nielsen riportati a fine settembre dal “Sole 24 Ore”, aveva superato, a luglio 2016, la boa dei 5.000 punti di vendita (5.056 per la precisione) con 165 nuove aperture nell’anno mobile, un fatturato totale di 13 miliardi e una quota, nel mondo del largo consumo, pari al 16 per cento.

Il mercato ha tre leader. Eurospin, che viaggia intorno ai 1.050 negozi, MD, che ha chiuso il 2015 con 730 Pdv e che, nel 2016, ha confermato il piano di sviluppo annunciato a inizio anno (500 milioni di euro di investimenti per aprire 60 nuove filiali in 5 anni, arrivando a 3 miliardi di fatturato) e Lidl Italia, con 600 punti vendita. Sommando i 3 maggiori protagonisti si arriva a circa 2.400 esercizi, un po’ meno del 50% della rete.

Il restante 50% è coperto, in larga parte, da realtà molto significative che incidono, una volta sommate, per oltre 1.600 punti vendita. Parliamo di Tuodì di Coop (più di 400 negozi), di Penny Market Italia (oltre 360), filiale dell’omonimo gruppo tedesco, di In’s Mercato di Gecos-Pam (più di 320 Pdv nel 2015), di DPiù (oltre 220 negozi) che fa capo a Selex, di Todis (200 Pdv), insegna del mondo Conad, e di Ekom di gruppo Sogegross (più di 110 esercizi).

Insomma il mercato è ben presidiato, ma non inaccessibile e il prossimo sbarco di due importanti realtà estere, come la tedesca Aldi e la francese Leader Price, potrebbe cambiare, ma senza eccessivi traumi, gli equilibri competitivi tra la fine del 2017 e, soprattutto, negli anni immediatamente successivi.

Di Aldi, 17 Paesi coperti e oltre 8.000 filiali, si è molto parlato, ma vale la pena di riassumere. Aldi Süd, presente in Germania, Austria, Gran Bretagna, Irlanda, Svizzera, Slovenia, Ungheria, Stati Uniti e Australia (Aldi Nord è invece attivo in Francia, Spagna e Portogallo, Benelux, Danimarca, Paesi Bassi, Polonia), ha percorso ormai quasi tutte le tappe: dalla creazione di Aldi Italia a Verona, dalla quale è stata scorporata Aldi Immobiliare di Bolzano, alla ricerca, in corso, di una propria agenzia pubblicitaria. Nell’estate 2017, anche se la data è incerta, dovremmo vedere il primo supermercato di 1.500 mq a Bolzano, seguito, a breve distanza, da altri collocati nel Nord-Est, a cominciare da Verona. Si parla di investimenti iniziali di 200 milioni di euro, che comprendono, fra l’altro, una prima piattaforma logistica a Nogarole di Rocca (Vr).

Aldi è un vero colosso: secondo il 19° rapporto annuale di Deloitte, ‘Global Powers of Retailing’, Aldi Einkauf GmbH & Co è il settimo distributore mondiale, con un fatturato al consumo di 86,47 miliardi di dollari, pari a 82,8 miliardi di euro (anno fiscale 2014).

Molto forte anche Leader Price, catena francese di discount che ha alle spalle gruppo Casino (oltre 46 miliardi di euro di ricavi). Il 21 dicembre LP ha formalizzato l’accordo, annunciato in estate, con Crai-Secom, che si concretizza in un piano esclusivo di franchising, tramite la newco Leader Price Italia, per la diffusione della rete a partire dalla seconda metà del 2017.

Leader Price ha un giro d’affari di 4,3 miliardi, dato che comprende la consorella Franprix, una rete mondiale di 1.200 negozi, di cui la metà in Patria. I suoi punti vendita viaggiano su un assortimento di 4.000 referenze, di cui 3.000 MDD.

Due presenze, in sostanza, di grande peso. Dire come procederà la loro espansione sul territorio nazionale, è al momento piuttosto difficile, visto che non ci sono ancora annunci ufficiali. Ma l’ipotesi più verosimile è che entrambe decidano di partire in forze, acquisendo una catena minore, dalla quale poi sviluppare più ampi programmi di diffusione sul territorio.