Oggi più che mai il franchising è una leva di sviluppo fondamentale, come dimostrano, fra l’altro i recenti casi dell’alleanza tra Gruppo Pam e RetailPro, per l’apertura di 100 punti vendita al Sud, e l’accordo di master fra Coop Consorzio Nord Ovest e Sardegna Più (18 nuovi supermercati nell'Isola).

Le cifre dell’ultimo rapporto Assofranchising, presentato in vista del Salone del franchsing di Milano (in streaming dal 22 al 24 ottobre) parlano chiaro. Il sistema dell’affiliazione ha registrato, nel 2019, un giro d’affari di oltre 26 miliardi di euro con una crescita del 4,4% sul 2018; il totale negozi è salito del 4,7%, a 56.441 (2.555 le nuove aperture); gli addetti dalla rete hanno raggiunto 217.150 (+5%) con 10.359 nuovi posti di lavoro.

Di più: le insegne operative nella nostra Penisola sono 980 (+2%), di cui 880 italiane e 100 estere, i master stranieri sono 71 e le reti di provenienza extra nazionale ammontano a 29. Oltre confine, invece, ci sono 11.035 (+1,8%) punti vendita italiani in affiliazione, che fanno capa a 178 marchi (+2,3%).

Commenta Augusto Bandera, segretario generale di Assofranchising: “Anche nel 2019 il franchising ha continuato a espandersi, così come negli anni della crisi. Nell’ultimo decennio, è cresciuto, in media, del 2% ogni 12 mesi, creando circa 37.000 nuovi posti di lavoro. A oggi l’intero sistema contribuisce a generare l’1,3% del Pil nazionale. In un contesto economico come quello attuale appare quasi fisiologico che il franchising, come tutti i modelli fondati sulla cooperazione e sulla condivisione del rischio, sia favorito nella competizione di mercato. Si considerino i maggiori benefici per ambo le parti: aumento della visibilità e riconoscibilità a livello nazionale e internazionale del marchio, trasferimento del know-how, utilizzo della formula imprenditoriale che caratterizza il brand, espansione aziendale”.

La ripartizione territoriale dell’affiliazione vede nettamente in testa il Nord Ovest, con il 37,8% dei franchisor, mentre le altre grandi aree sono attestate tutte intorno al 20-21 per cento.

In particolare, le regioni che ospitano il maggior numero di franchisor sono la Lombardia (277) e il Lazio (108), seguite da Veneto (91), Campania (88) ed Emilia-Romagna (85).

Se si guarda, invece al dato dei punti vendita, il Rapporto conferma il primato della Lombardia (9.182), seguita dal Lazio (6.539), mentre al terzo posto troviamo la Sicilia (4.970), seguita da Piemonte (4.634) e Campania (4.329). Con riferimento alla suddivisione per Aree Nielsen, la zona Sud-Isole risulta però in testa: 17.788 Pdv, con un aumento particolarmente significativo (+4,8% sul 2018).

Sempre il Sud e Isole nel 2019 - come del resto nel 2018 - svetta in termini di redditività, generando un risultato complessivo di quasi 8,1 milioni, rispetto al Nord-Ovest che, nello stesso periodo, ha prodotto 7,6 milioni di euro di ricavi, pur avendo la maggiore incidenza di occupati, pari a 66.872 persone.

Per settore è sempre la ristorazione a tenere banco in termini di crescita: nel 2019 registra l’incremento maggiore di reti attive, +4,1% sul 2018, e si qualifica come terza merceologia trattata (18,3%).

Il commercio specializzato (+3,3%) si colloca al secondo posto, con un totale di 125 reti attive, rispetto alle 121 del 2018 e una quota pari al 12,7% di tutto il comparto.

In termini percentuali continuano a vincere i servizi (24,4% delle imprese), con un tasso di sviluppo dell’1,7 per cento.

I settori casa e Gdo rimangono stabili rispetto all’anno precedente con, rispettivamente, 47 e 43 reti attive sul nostro territorio. La grande distribuzione organizzata, sebbene rappresenti solo una piccola porzione rispetto al totale del sistema franchising (4,4%), è però il comparto che maggiormente incide sul fatturato totale (35,6%), dato che la somma tra reti food e non food, genera più di 9 miliardi di euro.

Durata dei contratti: circa il 74% è compreso fra i 3 e 6 anni, dato sostanzialmente invariato rispetto al 2018. Tuttavia, la fascia più in crescita, rispetto all’anno precedente, è quella da 7 a 10 anni, che passa dal 4,6 all’8 per cento.

Altro dato interessante: nel 2019 l’imprenditoria femminile rappresenta il 34,9% del sistema franchising. La percentuale risulta di molto superiore rispetto al dato nazionale delle attività produttive a conduzione femminile, che si attesta al 21,9 per cento.

Il profilo del franchisee restituisce l’immagine di una persona giovane di 36-45 anni (59,8%) o di 25-35 anni (26,4%). Quasi assenti i giovanissimi (0,7%) e relativamente pochi i soggetti maturi, tra i 46-55 anni (11,2%) e over 55 (2%).

Per quanto riguarda l’espansione in Italia le aziende dichiarano l’intenzione di puntare soprattutto al Nord, con Lombardia e Veneto a fare da apripista, poiché considerate le regioni con il maggiore potenziale. In generale la linea di sviluppo si concentra sul potenziamento della rete e/o sul recruiting di nuovi potenziali franchisee.