Elaborate da Iri le previsioni sulla chiusura dei mercati del largo consumo confezionato nel 2016 e sugli andamenti attesi durante il 2017. Le cifre, come vedremo, restano improntate alla moderazione e alla prudenza.

“L'andamento del comparto segna una battuta d'arresto che indica una chiusura dell'anno in corso poco al di sopra dei livelli del 2015 – si legge nell’analisi -. Dopo una crescita, lo scorso anno, del 2,2%, sostenuta anche da un’estate particolarmente calda che ha aiutato le categorie stagionali come le bevande, il 2016 si attesterà su un modesto +0,3%” per quanto riguarda il retail moderno e i drugstore".

In altre parole possiamo guardare agli ultimi mesi con un cauto ottimismo in parte confortato dall'atteso rimbalzo sull'ultimo quadrimestre, piuttosto ‘fiacco’ del 2015, che è, in fondo, già un buon risultato, considerando la pesante eredità del primo semestre di quest'anno.

La discontinuità, causata dai fattori psicologici che deteriorano la fiducia (attentati, sfiducia sull'Europa, crisi delle banche...), ha accentuato un atteggiamento volto alla cautela negli acquisti durante tutta la prima parte dell’anno. Tutto ciò, abbinato con un clima estivo più fresco, che ha penalizzato i beni legati alla stagionalità estiva, ha comportato una perdita di vendite di circa 570 milioni di euro.

Le stime si fondano sull'ipotesi che tale discontinuità sia destinata ad assorbirsi gradualmente. Nel caso, invece, di una propagazione dell'effetto negativo, si stima un un contributo peggiorativo fino a 0,7 punti di mancata crescita, che porterebbe il comparto vicino allo zero.

La (molto moderata) positività, riportata nello scenario previsionale 2017, è validata dalle attese, cautamente ottimistiche, sul quadro generale e ipotizzando che non ci siano altri scossoni economici e geo-politici tali da intaccare ulteriormente il clima di fiducia del Paese.

I canali fisici di vendita del largo consumo illustrano una tendenza all'aumento della quota parte dell'alimentare, che incide sempre di più sulla spesa per beni primari degli italiani, un andamento che proseguirà anche l'anno prossimo.

Per le bevande, ipotizzando un'estate 2017 più favorevole dal punto di vista climatico rispetto a quella appena trascorsa, si attende un rimbalzo positivo della domanda.

Per quanto concerne l'andamento delle vendite a valore (+0,9% in totale con un’accentuazione del 2% sulle bevande) lo scenario previsionale è supportato da una duplice ipotesi: persistere della deflazione, o comunque di una sostanziale stabilità dei prezzi e mancato ricorso del Governo alla cosiddetta clausola di salvaguardia e dunque non intervento sulle imposte indirette.

Secondo questo scenario l'evoluzione dei ricavi sarà solo di poco superiore a quella dei volumi, con un +0,7. Alimentari e petcare saranno allineati al dato medio (dunque ancora +0,7%), le bevande si attesteranno su un +1,6%, mentre cura casa e persona chiuderanno il prossimo anno con uno stiracchiato +0,2 per cento.