Inutile nasconderselo. Prepariamoci ad affrontare un 2006 in salita sul fronte dei prezzi del principale condimento italiano. Dopo un 2005 che già aveva registrato significativi incrementi medi al consumo (+45% nel segmento dell’extravergine, che pesa per circa l’80% dell’intero settore, e addirittura +52% nel segmento dell’olio d’oliva), il nuovo anno non lascia presagire nulla di buono. Anzi. Le industrie di marca hanno presentato aumenti medi del 25% a partire dal 1° gennaio.

L’olio? Sale
Le ragioni dell’impennata dei prezzi sono presto dette e, a onore del vero, indipendenti dalla volontà dei confezionatori: previsioni di calo della disponibilità del prodotto rispetto ai consumi (dai 22,5 milioni di quintali dello scorso anno ai 18 attuali), dovuta soprattutto al crollo dei quantitativi provenienti dalla Spagna; assenza di riporti dall’annata precedente; controllo ormai quasi totale del mercato da parte delle cooperative spagnole; fenomeni di elevata speculazione; dinamica stazionaria della domanda.

Previsioni in bilico
Nel settore prevale il pessimismo. Almeno per ora. Bisognerà attendere maggio-giugno – prevedono gli esperti -, quando si avranno indicazioni sulla fioritura del prossimo raccolto, per potere sperare in una inversione di tendenza.

Negoziazioni all’arma bianca
Nel frattempo occorre fronteggiare la situazione. Le centrali d’acquisto, in generale, sono riuscite a negoziare con l’industria di marca una dilazione media di due mesi e sconti compensativi con l’obiettivo di non scaricare l’aumento al consumo in un momento delicato come il mese dicembre, il Natale e la chiusura dell’anno. Ma i ritocchi dei listini, ora, sono improrogabili.

Marca privata avvantaggiata
Le catene si trovano a gestire una categoria dai bassi margini di contribuzione, in equilibrio tra la necessità di riposizionare i prezzi di vendita, rivedere gli assortimenti e ripensare all’attività promozionale. Basti pensare che già nelle attività di “sottocosto” natalizie di importanti imprese distributive, rispetto al 2004, si è assistito a un aumento medio di 1 € al litro dei prezzi promozionati: da 2,99 a 3,99 euro al litro. E per Pasqua ci si aspetta che si raggiungerà quota 4,49 al litro. A soffrire – osservano i buyer delle principali catene distributive - saranno soprattutto i primi prezzi e i prodotti premium, con grande beneficio per le marche private.