di Claudia Scorza

Nel primo trimestre del 2022 la marca del distributore torna a crescere a un ritmo superiore rispetto al totale mercato (+2,7% vs +1,6%) e riguadagna quota, malgrado un’inflazione media più elevata (2,3%).

È quanto emerge dal “XVIII Rapporto Marca by BolognaFiere”, curato da Iri-Information Resources, che verrà presentato a BolognaFiere mercoledì 13 aprile nel corso della diciottesima edizione della rassegna internazionale dedicata alle private label.

Nonostante la battuta di arresto legata soprattutto al periodo marzo-maggio 2021, la marca del distributore registra buone performance. Dopo un 2020 straordinario, in cui la mdd aveva raggiunto e superato la quota del 20%, toccando gli 11,8 miliardi di euro di vendite nel largo consumo confezionato, il 2021 si è chiuso con un fatturato complessivo pari a 11,7 miliardi di euro (-0,9%) e una quota del 19,8% (-0,3 punti rispetto all’anno precedente).

A penalizzare il trimestre marzo-maggio 2021, il confronto con i mesi di lockdown del 2020, quando le limitazioni alla mobilità, la conseguente riscoperta della prossimità, la riduzione della pressione promozionale e le difficoltà di approvvigionamento avevano prodotto un contesto particolarmente favorevole alle performance della private label.

Va detto che, nonostante il calo, già quello del 2021 rimane un fatturato superiore del +9,0% rispetto al 2019, così come la quota assortimentale raggiunge il 15% e fa segnare +0,3 punti rispetto a quella dell’anno pre-pandemia.

Il rapporto evidenzia, poi, che le linee specialistiche e ad alto valore aggiunto confermano buone performance anche nel 2021: il premium registra una crescita del +13,6% e il funzionale del +6,0%. Rallenta, invece, lo sviluppo del bio che, dopo aver chiuso un 2020 in incremento del +6,8%, si attesta al +1,5%.

Il segmento dei marchi d’insegna, che rappresenta il 69,9% del fatturato complessivo, nell’anno appena concluso ha subito una contrazione del -3,2%, ma i livelli di fatturato sono superiori al 2019, con una crescita del +5,3%.

Per quanto riguarda il contesto internazionale, Iplc farà il punto sulla marca del distributore in un’Europa in continua evoluzione. Nell’ultimo biennio, i prodotti mdd sono stati protagonisti di una crescita diffusa in tutti i continenti e la private label è ormai sinonimo, per le aziende di produzione, di una sempre più irrinunciabile leva per entrare in nuovi mercati ed espandere l’export in modo efficace e a costi ridotti.

Inoltre, la stima recentemente elaborata da Iplc Italia in esclusiva per Marca indica che il valore del fatturato di prodotti in mdd nei principali paesi europei è pari a oltre 250 miliardi di euro nel largo consumo, compresi i diversi modelli di business e canali del retail. In Europa, il valore è in aumento in quasi tutte le categorie merceologiche e le referenze mdd sono presenti in tutte le segmentazioni d’offerta.

C’è, infine, una relazione diretta tra la quota di vendite dei prodotti mdd sviluppata in un paese e il grado di sviIuppo e di concentrazione della grande distribuzione. Dove la stima del valore risulta più elevata – Regno Unito (24%), Germania (22%), Francia (18%) e Spagna (11%) –, le prime due-tre insegne rappresentano oltre il 50% del mercato della Gdo.