di Luca Salomone

Fa molto parlare di sé il Vatican mall, realizzato, come dice il nome, all’interno del perimetro della Città del Vaticano, a due minuti da San Pietro e cinque da Castel Sant’Angelo, dalla società a responsabilità limitata Gasak, frutto, a sua volta, di una cordata di imprenditori.

Un mistero quasi svelato

La realizzazione è avvolta da un certa aura di mistero, in larga parte diradata – nei suoi confini oggettivi - da un articolo di Enrico Maria Albamonte, comparso su ‘Repubblica’ del 12 ottobre.

Lo scandalo, ammesso che si possa parlare di questo, deriva, in primis, dalla collocazione – che stressa i due poli, opposti, del sacro e del profano -, una location che ha fatto sì che la stessa Gasak, dopo tanto parlarne sulla stampa, si sia trovata a precisare – lo riporta ‘Avvenire’ - che la Santa Sede non partecipa minimamente al progetto e che lo stesso gestore paga il proprio affitto alla Terminal Vaticano Roma, società titolare di un faraonico parcheggio multilivello (5 piani) nel cuore della Capitale.

Fascino spregiudicato

Ma al di là di tutto, laicamente riflettendo, il progetto ha uno spregiudicato fascino. Il centro, in apertura a brevissimo, visto che si parla di quest’autunno, grazie a un investimento di oltre 15 milioni di euro, trarrà infatti la propria ragion d’essere dall’imponente flusso turistico del Vaticano e, poi, dal Giubileo del 2025.

Per il 2023, sempre ‘Repubblica’, stima un possibile bacino di utenza, minimo addirittura, di 7 milioni di visitatori (4 di turisti e 3 di romani) per ‘soli’ 11 mila metri quadrati di superficie, di cui 6 mila fra parcheggi e aree di stoccaggio.

A firmare le architetture è il team di professionisti che ha fondato la società romana di design Waferfstudio.

Tax free per pochi

Altra precisazione ufficiale, sempre by Gasak e ‘Avvenire’: gli acquisti, in modalità tax free, anch’essi oggetto di polemiche, saranno riservati soltanto ai cittadini extra Ue, in possesso di regolari documenti di imbarco.

Ma cosa ci sarà nel mall? Il sito dedicato, vaticanmall.net, parla di 57 attività commerciali (“solo i migliori brand nazionali e internazionali”, sic), fra abbigliamento, accessori, gioielleria, cosmesi, articoli per la casa, compresa una food hall di 600 metri quadrati, e di spazi dedicati alle mostre d’arte e ai negozi temporanei. Fra i servizi: vip concierge, personal shopper, carta fedeltà…

Un piccolo centro commerciale del lusso? Sì, no, forse… perché guai a dirlo: anche questo vocabolo, infatti, ha già suscitato i propri mormorii.