di Claudia Scorza

Società benefit attenta alla sostenibilità e alla sensibilizzazione del consumatore nei confronti di una cultura alimentare più consapevole, Citrus L’orto Italiano si distingue per un approccio sostenibile a 360°, spaziando dalla promozione di una filiera controllata dal campo alla tavola al sostegno alla ricerca scientifica, fino alla governance totalmente femminile che valorizza il fattore umano. Ne abbiamo parlato con Marianna Palella, ceo di Citrus l'Orto Italiano.

Perché Citrus può essere definita “naturalmente sostenibile”?
Fin da quando è nata nel 2015, Citrus L’Orto Italiano si è data come obiettivo la selezione, la valorizzazione e la distribuzione di varietà tipiche di frutta e verdura italiane, facendo leva su un approccio etico, sociale e ambientale. Oggi più che mai il tema della sostenibilità può essere declinato in modi diversi e noi cerchiamo di abbracciarli tutti. L’impegno per il futuro, infatti, parte innanzitutto da noi. I nostri sforzi in favore dell’ambiente passano attraverso la promozione di un’agricoltura biologica e di una filiera controllata dal campo alla tavola, il packaging dei nostri prodotti è studiato per avere un impatto ambientale ridotto e le certificazioni ottenute testimoniano il nostro lavoro in favore della sostenibilità e della riduzione degli sprechi. Proprio per questo, il dipartimento dedicato alla sostenibilità non è mai stato concepito come un semplice affiancamento alla comunicazione, perché la sostenibilità investe tutte le nostre decisioni aziendali.

Come viene declinato concretamente il vostro approccio sostenibile?
Il nostro progetto d’impresa si fonda sulle basi di una filiera controllata, certificata ed etica, con un modello che sviscera ogni fase del processo di lavorazione, tenendo conto anche degli sprechi e agendo con un meccanismo virtuoso di economia circolare. Anche dal punto di vista della gestione del trasporto, aderiamo a un sistema di pooling delle cassette, che ci ha consentito di eliminare il ricorso alla plastica monouso. Citrus, inoltre, progetta e registra packaging ad hoc: utilizza mono materiale, sceglie prodotti da filiere sostenibili e informa i consumatori sul corretto metodo di smaltimento. Il coronamento di tutto questo percorso è stata la redazione del nostro primo bilancio sostenibilità, che è stato pubblicato a fine 2021, e il riconoscimento come società benefit lo scorso marzo.

Quali sono i punti di forza della vostra azienda?

Innanzitutto, ci siamo focalizzate sullo storytelling. Tutti sanno che frutta e verdura fanno bene, ma nessuno in punto vendita si è mai soffermato sulle motivazioni. Partendo da qui, abbiamo deciso di valorizzare l’ortofrutta puntando sulla consapevolezza scientifica, andando alla ricerca di prodotti meno conosciuti o dimenticati e comunicando valori nutrizionali e benefici. L’obiettivo di Citrus non è mai stato solo commercializzare prodotti ortofrutticoli, ma soprattutto raccontarli tenendo conto della domanda di più target generazionali, proponendo referenze controllate, certificate e tracciate, ma anche etiche e sostenibili, oppure in linea con una certa tendenza di consumo. La vera forza della nostra azienda sta proprio in questo fitto dialogo generazionale colorato di rosa, vista la governance totalmente femminile.

Citrus è un valido esempio di imprenditoria femminile. Quanto conta per voi la valorizzazione delle risorse umane?
Il team di Citrus è perlopiù rosa e under 30. La leadership femminile che conduce l’azienda ha voluto creare un clima informale e inclusivo con un team unito che valorizza il fattore umano. Molti sono entrati in Citrus alla prima esperienza lavorativa; la speranza è che si trovino bene e, crescendo in azienda, portino valore aggiunto all’intero progetto di Citrus. L’azienda apre le porte a giovani appassionati e persone volenterose, entusiaste, positive e capaci di fare squadra. La trasparenza è massima e tutti collaborano per dare vita a qualcosa per cui vale la pena svegliarsi al mattino. La scelta del team, poi, è volutamente ricaduta su persone che fossero esterne al mondo agroalimentare, che potessero mettere in dubbio ogni processo lavorativo, abbandonando la logica del “si è sempre fatto così” per lasciare spazio a sperimentazioni innovative. In questo modo Citrus ha cambiato le regole del gioco.

In questi anni avete collezionato una serie di attività filantropiche e di progetti di responsabilità sociale, soprattutto nell’ambito della salute. Quali iniziative avete in essere?
Crediamo nella scienza e nei vantaggi che una conoscenza diffusa e puntuale può offrire a tutti. Per questo, sin da quando siamo nati, abbiamo scelto di sostenere la ricerca scientifica con Fondazione Umberto Veronesi, raccogliendo oltre 1,29 milioni di euro e finanziando, ad oggi, il lavoro annuale di 44 medici e ricercatori impegnati a portare avanti progetti di eccellenza nei campi dell’oncologia e della prevenzione. Citrus sostiene la ricerca scientifica in due modi: da un lato devolve parte dei ricavi provenienti dalle vendite dei prodotti, dall’altro incrementa il contributo attraverso la partnership tecnica ed esclusiva a raccolte fondi. Ne facciamo due ogni anno: “I Limoni per la Ricerca” e “I Broccoli per la Ricerca”. La prima iniziativa, nata nel 2016, prevede la vendita della retina di limoni in tutti i supermercati al prezzo unitario di 2 euro e, di questi, 0,40 centesimi vengono devoluti in borse per la ricerca nutrigenomica. Nell’ultimo anno abbiamo finanziato otto ricercatori, con 240mila euro raccolti. Per la prima volta siamo riusciti a riunire tante insegne della distribuzione allo scopo comune di sostenere la ricerca scientifica. Invece, il progetto “I broccoli per la ricerca”, quest’anno alla sua seconda edizione, cade di novembre, mese mondiale per la ricerca sulla salute maschile.