“I segnali inviati dal mercato fanno chiaramente presagire che il futuro della pizza è la pinsa”, spiega Lugi Bravi, presidente di Orva e continua dicendo che “La nostra Pinsa è nata come un’intuizione nel 2020 e in un primo momento questa referenza si poteva trovare solo nel banco frigo. La grande richiesta da parte del mercato e l’arrivo della Pinsa Barilla hanno spinto la nostra azienda verso nuovi investimenti con una produzione giornaliera stimata di circa 100.000 confezioni entro il 2024.”

La pinsa ha il vantaggio di rappresentare l'unica vera innovazione nel mondo dei prodotti da forno degli ultimi 30 anni. La crescita dei volumi è molto rapida, tanto da cannibalizzare il segmento pizza e da essere già considerata un portabandiera dell’Italia all’estero. Il Made in Italy è una garanzia importante, ma è la qualità a fare la differenza: la nostra Pinsa è leggera, croccante ed estremamente digeribile grazie al lievito madre, alla lenta lievitazione e alla lavorazione manuale. Un impasto soffice ottenuto da un’accurata stesura a mano da cui nasce il termine stesso “Pinsa”. Infatti, il nome deriva dal latino pinsere che significa schiacciare, stendere: la tipica forma allungata e la superfice ondulata sono le caratteristiche di questo prodotto.

La Pinsa Orva è cotta su pietra ed è dotata di un pratico vassoio da forno 100% riciclabile, antiaderente e resistente ai grassi, oli, liquidi. Disponibile nelle versioni ambient e fresca sia bianca sia integrale.