I ricercatori del laboratorio microbiologico di Valle Fiorita - azienda di Ostuni leader in Italia per la produzione della puccia salentina, dei pani per tramezzini, pizze e panettoni gastronomici - hanno dimostrato che dallo scarto del pane si può trarre una nuova risorsa.

Andrea Minisci, responsabile ricerca e sviluppo dell’azienda pugliese, afferma che “Da noi gli scarti sono sempre stati tanti, così come per tutte le aziende che producono pani per tramezzini e prodotti similari. Buttare il pane ci ha creato sempre problemi, economici ma soprattutto etici. Ci hanno insegnato che il pane è sacro”.

Per questo motivo, i ricercatori dell’Azienda, Luana Nionelli e Sonia Convertino, coadiuvati dal Dipartimento DISSPA dell’Università di Bari, hanno scoperto che lo scarto del pane, una volta processato e fermentato con appositi batteri selezionati, si può utilizzare come terreno di coltura, in forma liquida, solida o liofilizzata, essenziale per la coltivazione di starter microbici destinati all’industria alimentare. Gli scarti diventano, quindi, cibo per i microrganismi che, a loro volta, producono il lievito naturale, ma svolgono anche altre funzioni nel processo produttivo del pane e di tutta l’industria alimentare. Del pane non si butta via nulla, concetto antico che oggi si basa sulla moderna vision della circolar e della green economy.

A conferma della bontà e della validità della scoperta dei giovani ricercatori di Valle Fiorita, è stato pubblicato, dalla prestigiosa rivista scientifica internazionale Frontiers, l’articolo dal titolo “Wasted Bread as Substrate for the Cultivation of Starters for the Food Industry”.

Al fine di tutelare la scoperta scientifica l’Azienda ha depositato regolare domanda di brevetto industriale.

Questa scoperta rappresenta, dunque, un esempio di come si possano riutilizzare gli scarti derivanti da qualsiasi processo produttivo alimentare, utilizzando ed applicando le biotecnologie della fermentazione. I ricercatori di Valle Fiorita stanno già valutando di trasferire questa metodologia ad altre filiere produttive ed avviare così collaborazioni tra imprese e università, ponendosi come obiettivo principale quello di ridurre drasticamente gli scarti riutilizzandoli a fini produttivi. Lo slogan aziendale è, quindi, quello di trasformare gli scarti in nuove risorse utili all’ecosistema.

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