Nonostante i primi sei mesi dell’anno in corso abbiano registrato un calo del 4% della produzione dell’Asiago fresco - con prezzi sostanzialmente stabili rispetto a quelli del 2006 - i produttori si dichiarano fiduciosi e aspettano la ripresa. “La produzione in lieve diminuzione non ci preoccupa affatto, poiché per il nostro formaggio la quantità non è mai stata un problema.“, sottolinea il presidente del Consorzio Roberto Gasparini.

A una maggiore disponibilità di prodotto, e al conseguente calo dei prezzi alla produzione, negli anni 2004-2005 è infatti seguito un gradimento crescente da parte del consumatore. Nel 2006 l’Asiago ha registrato un sensibile aumento degli acquisti domestici che ha riguardato tutte le tipologie di punto vendita, in particolare gli ipermercati (+11,6%) e i negozi di generi alimentari di tipo tradizionale (+13%).

Dopo le performance degli ultimi due anni del prezzo del formaggio alla produzione - una flessione di oltre 20 centesimi al chilo per il prezzo medio all’ingrosso dell’Asiago fresco, secondo le camere di commercio di Milano e Vicenza - una ripresa è assolutamente necessaria e attesa.

Ma già con qualche mese di anticipo si avvertono i primi segnali di una domanda vivace. “Indubbiamente, la situazione di carenza di latte, con la conseguenza di incrementi delle quotazioni anche nell’ordine di 7-8 centesimi al chilo, fa sentire qualche effetto. - ha spiegato il presidente Gasparini - “Per l’Asiago, se la domanda lo sosterrà come finora è sempre avvenuto da parte dei consumatori, è prevedibile il recupero dei prezzi all’ingrosso almeno ai livelli di due anni fa”.

Una prospettiva tutt’altro che pretenziosa, dal momento che un incremento del prezzo dell’Asiago alla fonte di 30 centesimi al chilo si tradurrebbe, per l’allevatore, in circa 3-4 centesimi di euro in più per chilo di latte, meno della metà dell’aumento con cui il latte crudo oggi trova sbocco sul mercato alimentare.

Segnali positivi per l’Asiago arrivano infine anche dall’Istat, che conferma un aumento delle esportazione del 23,8% nel primo trimestre dell’anno, con un picco del +61,1% verso gli Stati Uniti.