di Emanuele Scarci

Lidl Italia rilancia sullo sviluppo, mettendo sul piatto 1,5 miliardi di investimenti in 3 anni per aprire 150 nuovi pdv e 3 hub logistici (Assemini, Vaprio d’Adda e Palermo). L’obiettivo di sviluppo al 2030 è passare da 700 a 1.000 store. Nell’anno fiscale 2021/22 (chiusura a febbraio), Lidl ha realizzato un fatturato di 5,9 miliardi di euro, +6,9%.
Nell’esercizio precedente la società aveva registrato un utile operativo di 262 milioni e un utile netto di 184,7 milioni.
I nuovi obiettivi sono stati fissati dal presidente di Lidl Italia, Massimiliano Silvestri, nel corso della conferenza stampa “Insieme per uno sviluppo sostenibile: persone, prodotti, investimenti” che si è tenuta a Milano in occasione dei 30 anni di attività. “Gli hub logistici - ha detto Silvestri - identificano anche i territori dove vogliamo rafforzare la nostra presenza: Lombardia, Sardegna e Sicilia. Ad Assemini, in provincia di Cagliari, sono in corso i lavori di costruzione della nuova sede regionale e sarà il 12esimo polo logistico. A Palermo, vicino all’aeroporto, abbiamo raggiunto un’intesa e a Vaprio D’Adda stiamo per firmare gli ultimi documenti con l’amministrazione comunale”. In quest’ultimo caso, forse l’amministrazione temporeggia perché su Vaprio D’Adda pende un ricorso al Tar da parte dei No Hub. “Noi andiamo avanti, abbiamo i permessi di tutti gli enti competenti e siamo in regola” ha tagliato corto il top manager.
50 pdv l’anno fino al 2024 significa inaugurarne uno a settimana, il doppio del ritmo attuale. “Sì, un pdv a settimana - ha confermato Silvestri – ma in realtà nel 2021 ne abbiamo aperti 46: 35 nuovi e 11 riammodernati/ricostruiti”.

Bilancio ricco

Lidl è la seconda catena discount in Italia, dopo Eurospin (con oltre mille pdv) e prima di MD. Nel bilancio 2020/21 evidenzia un valore degli immobili di 1,7 miliardi, utili accantonati per 856 milioni oltre a 100 milioni di liquidità. “Il valore delle immobilizzazioni materiali è intanto salito a 3,5 miliardi – ha precisato Silvestri – e gli utili portati a nuovo sono il segno tangibile che dal 2012 reinvestiamo tutto in azienda”.
Il modello di sviluppo della società tedesca è basato su negozi tutti a gestione diretta e sull’80% di marchi propri. Il brand “Italiamo”, per esempio, identifica prodotti selezionati e conta su 200 referenze, anche Dop e Igp.
Altri top discount hanno recentemente scommesso sul banco servito della macelleria piuttosto che della panetteria. E Lidl? “Noi siamo un supermercato con un cuore discount - ha risposto Silvestri -. Non facciamo mestieri diversi da quelli in cui siamo capaci”.

L’impatto di Lidl

Da uno studio di Maurizio Dallocchio, docente di corporate finance presso Sda Bocconi, dal titolo “Il contributo di Lidl al Sistema Italia”, è emerso che Lidl ha generato impatti complessivi (tra ricadute dirette, indirette e indotte) sul Pil per circa 3,5 miliardi, pari al 13% del valore totale realizzato dai principali player della Gdo in Italia. Inoltre, Lidl Italia rappresenta il terzo player della Gdo a livello di occupazione.
Infine, Silvestri ha ribadito l’impegno sul tema della sostenibilità, confermando l’obiettivo della decarbonizzazione dei trasporti entro il 2030 e, sempre entro lo stesso anno, la riduzione del 48% delle emissioni da Scope 1 e Scope 2.