di Emanuele Scarci

Si scalda il prezzo della tazzina di caffè in Italia e da gennaio gli aumenti si trasferiranno sugli scaffali della grande distribuzione. Negli ultimi giorni le quotazioni del caffè Arabica sui mercati internazionali hanno perso qualche punto: sono scesi da 2,5 dollari per libbra (453 grammi) a 2,36. Ma nel 2021 i prezzi sono quasi raddoppiati, toccando a dicembre i massimi decennali. Anche il meno pregiato caffè Robusta è vicino al top del decennio. Complici non solo la strozzatura delle catene di approvvigionamento, ma anche il clima siccitoso in Sud America e la forte tensione dei noli marittimi. Già da qualche mese, in diverse località d’Italia, si segnalano bar con la tazzina a 1,20 euro.

Mercati nel caos

In generale, l’offerta di caffè è particolarmente scarsa e raggiunge tra mille difficoltà i mercati di consumo. Ci sono fenomeni di accaparramento, come spesso accade in periodi di tensione dei prezzi: gli operatori segnalano frequenti casi di inadempimenti sulle consegne di carichi ordinati quando i prezzi erano più bassi.

Ma ad alimentare il rally dei prezzi, ci sono anche i danni climatici subiti dai raccolti, in particolare in Brasile. Il Paese sudamericano, primo produttore mondiale di caffè (soprattutto Arabica), ha sofferto gelate e periodi di siccità con effetti negativi sulle piantagioni, tanto che gli analisti temono un impatto anche sui raccolti dei prossimi anni.

Calo della produzione

Secondo il Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti, nella stagione 2021-22 il raccolto brasiliano si ridurrebbe del 19% mentre l’export scivolerebbe del 27%.

Anche il secondo produttore di arabica, la Colombia, è in difficoltà: la federazione nazionale dei coltivatori di caffè ha segnalato che a novembre la produzione si è ridotta del 22% rispetto all’anno scorso.