di Claudia Scorza

Pur in uno scenario globale critico, dinamico e vivace, il mercato italiano degli integratori alimentari si dimostra in grado di affrontare le numerose sfide dovute alla costante evoluzione del contesto geopolitico e sanitario. È quanto emerge dai risultati dell’indagine di settore “Aggiornamenti sull’impatto della pandemia da Covid-19 sul mercato”, a cura del Centro Studi Integratori & Salute, l’associazione nazionale che rappresenta il comparto degli integratori alimentari e che è parte di Unione Italiana Food, associazione aderente al sistema Confindustria.

La ricerca, a cui hanno risposto 84 aziende associate di prodotti a marchio (69% delle rispondenti), in conto terzi (26%) o entrambi (5%), mostra come il mercato italiano degli integratori alimentari ha raggiunto ormai i 4 miliardi di euro e, peraltro, rappresenta un’eccellenza in termini di occupazione femminile ad alta professionalizzazione, know-how produttivo e ricerca & sviluppo. Dall'indagine è emerso che, nonostante il 70% del campione dichiari che la pandemia abbia ancora un impatto sulla propria azienda, il 52% ha riportato una dinamica positiva del fatturato.

L’emergenza sanitaria ha accelerato i processi di digitalizzazione e innovazione di molte aziende italiane, tra le quali anche quelle operanti nel settore degli integratori alimentari; ben il 61%, infatti, ha dichiarato di aver investito a livello industriale. Tra gli ambiti di azione, al primo posto le aziende mettono l’integrazione e lo sviluppo digitale dei processi aziendali (43%), seguito dagli strumenti digitali per la gestione dell’informazioni medico-scientifica (28%), internet of things e internet delle macchine (20%), strumenti digitali per la gestione della relazione con il farmacista (8%). Risultati che confermano l’atteggiamento positivo delle aziende davanti alle sfide del futuro arrivano anche dalle assunzioni. Il 71% delle aziende dichiara, infatti, di aver ampliato il proprio organico nel 2021.

Nonostante la pandemia abbia comportato ritardi (38%), riadattamenti (23%) e in alcuni casi interruzioni (6%) di lanci di prodotto, il 33% delle imprese non ha subito battute d’arresto, continuando a lavorare su nuove soluzioni.

Il consumo di integratori alimentari è sostenuto, nella maggior parte dei casi, dal parere di esperti. Farmacista (45%) e medico (36%) rimangono le principali fonti informative a cui i consumatori si rivolgono. La ricerca ha evidenziato, infatti, che il 51% delle aziende rispondenti non utilizza l’e-commerce per la vendita dei propri prodotti e il 46% non prevede l’utilizzo di questo canale neanche in futuro, mentre il restante 54% si dimostra aperto all’opportunità: attraverso il sito aziendale (22%), marketplace (16%) o portali specializzati (16%). Chi nel 2021 ha, invece, abbracciato il canale online afferma di averlo utilizzato per la vendita di integratori su diversi mercati: italiano (30% dei rispondenti), estero (4%), entrambi (15%).

«Le imprese, dopo una buona tenuta nel 2020, hanno mostrato un’accelerazione nel 2021, grazie a una crescita diffusa di tutte le classi dimensionali e al traino delle imprese di più recente costituzione», spiega Giovanni Foresti, direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. «Le aziende fondate dopo il 2010 hanno, infatti, registrato un aumento del fatturato in termini mediani pari al 26,6% tra il 2019 e il 2021. Al contempo, la marginalità e la patrimonializzazione si sono ulteriormente rafforzate: nel 2021 la mediana dell’Ebitda margin ha toccato il 13,2%, mentre il patrimonio netto in percentuale del passivo è salito al 45%; si tratta di livelli di assoluta eccellenza nel panorama economico italiano».

«L’Italia vanta importanti primati, tra cui quello di avere il più grande mercato degli integratori alimentari in Europa, oltre un quarto del suo totale, con attese di sfiorare i 5 miliardi di vendite nel 2025», dichiara Gabriele Barbaresco, responsabile area studi Mediobanca. «In effetti, per gli integratori alimentari, le prospettive di crescita mondiale sono molto favorevoli: quasi l’8% di crescita media annua, per un mercato globale vicino ai 240 miliardi dollari nel 2027. La finanza è interessata a sostenere questo processo: il 2021 ha segnato negli Stati Uniti il record di operazioni nel settore degli integratori, con i fondi di private equity che da soli hanno originato oltre il 30% dei deal. I multipli sono generosi: 11,5 volte l’ebitda, ma nel caso di eccellenze ci si avvicina a 20 volte».