di Claudia Scorza

Nel 2022 sul mercato italiano i prodotti che riportano informazioni ambientali relative al packaging sono aumentati rispetto all’anno precedente. Dati incoraggianti, soprattutto a proposito delle informazioni ambientali che sono obbligatorie da gennaio 2023. Su oltre 59mila referenze, infatti, compaiono già le indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata: il 44,8% di tutti i prodotti grocery a scaffale monitorati nel 2022 (+3,2 punti percentuali rispetto al 2021) e il 66,7% di quelli effettivamente venduti (+2,4 p.p.). È quanto emerge dal terzo report IdentiPack, il primo Osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale del packaging frutto della collaborazione fra Conai e GS1 Italy.

Un osservatorio che, monitorando la presenza di informazioni ambientali sulle etichette degli imballaggi immessi al consumo in Italia, ogni sei mesi fotografa la situazione dei prodotti disponibili nella grande distribuzione e acquistati dal consumatore per fornirne un’analisi approfondita.

Su 34.031 imballaggi a scaffale è già presente la codifica identificativa del materiale di cui sono fatti, ai sensi della decisione 129/97/Ce. Corrispondono al 25,6% del totale delle referenze a scaffale nel grocery (+4,2 p.p. rispetto al 2021) e al 43,7% del totale dei prodotti venduti (+4,1 p.p.).

Oggi sono già 4.691 gli articoli a scaffale la cui etichetta permette di visionare digitalmente le informazioni ambientali sul packaging. Il paniere include il 3,5% delle referenze esposte e il 3,3% di quelle vendute complessivamente. Un numero che è cresciuto di 0,2 punti percentuali se confrontato con quello del 2021.

Fra i settori merceologici analizzati, quello del freddo si posiziona sul primo gradino del podio per la comunicazione delle informazioni ambientali obbligatorie dei packaging: gelati e surgelati si aggiudicano la leadership per incidenza di prodotti che riportano in etichetta la codifica identificativa del materiale, oltre alle indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Brillano, inoltre, per la presenza di certificazioni relative alla compostabilità dell’imballaggio e di suggerimenti per migliorare la raccolta differenziata a casa.

In ottima posizione anche l’home care, che ricorre alla comunicazione ambientale sul packaging con numeri superiori alla media, e si aggiudica la palma per l’uso di canali digitali che forniscono informazioni aggiuntive: un reparto pionieristico nel mettere a disposizione del consumatore Qr code e link digitali, diffusi sulle confezioni home care molto più che nel resto del grocery.

«Queste cifre e questi risultati sono anche il frutto di un percorso che Conai ha portato avanti dalla fine del 2020 con il Ministero dell’ambiente e con le aziende italiane, creando linee guida dedicate proprio all’etichettatura», commenta Luca Ruini, presidente del Conai. «I numeri di IdentiPack, infatti, sono anche una conferma di quanto corrette indicazioni per la raccolta differenziata siano importanti: permettono all’industria del riciclo di dare nuova vita a quantitativi sempre maggiori di materiali da imballaggio, risorse prodotte dalle nostre città che sono ormai autentiche miniere metropolitane».

«Semestre dopo semestre, IdentiPack si conferma uno strumento indispensabile per misurare e raccontare l’evoluzione della comunicazione della sostenibilità sulle etichette dei prodotti di largo consumo», sottolinea Bruno Aceto, ceo di GS1 Italy. «Anche questa nuova edizione conferma il suo valore di monitoraggio completo a disposizione della business community, rafforzato dall’ampia base statistica che utilizza, quella dell’Osservatorio Immagino, composta dagli oltre 133mila prodotti digitalizzati dal servizio Immagino, che ne registra tutte le indicazioni e i claim presenti sulle etichette, realizzando e mantenendo aggiornata una banca dati unica in Italia».