di Emanuele Scarci

“Il rialzo del prezzo medio dei vini nel 2021 è dovuto allo spostamento di tipologie del consumatore. L’aumento dei costi per il boom dell’energia e delle materie si vedrà nei listini della grande distribuzione nel corso di quest’anno”: è la previsione di Denis Pantini, direttore dell’area agroalimentare di Nomisma, dopo la pubblicazione del report di Nomisma Wine Monitor in collaborazione con NielsenIQ.

Nel 2021 molti vini sfusi hanno subìto aumenti significativi. Per esempio, il Chianti è balzato del 50% in un anno (mentre le giacenze si sono ridotte del 10%), il Prosecco del 34%, il Chianti Classico del 13% e il Lambrusco reggiano di quasi l’8%.

Quali le cause? “La vendemmia scarsa dell’anno scorso e il rimbalzo della domanda hanno fatto leva sui prezzi - sottolinea Giovanni Busi, presidente del Consorzio vini Chianti - senza contare l’impennata dell’energia e delle materie prime. Il Chianti è venduto per il 65% nella grande distribuzione italiana ed estera, ma i retailer mostrano scarsa sensibilità. Le catene commerciali nazionali sono disponibili a riconoscere ritocchi del 2-3%. In qualche caso fino al 5% che però sono insufficienti e comprimono i margini delle imprese. Diverse aziende non hanno ancora firmato i contratti per il 2022”.

2021 sugli scaffali

Secondo il report di Nomisma, nel 2021 le vendite di vino nella grande distribuzione hanno tirato il freno a volume, -1,2%, ma sono cresciute, a valore, +5%. Tuttavia i volumi sono rimasti su livelli superiori a quelli del 2019. “In soldoni - aggiunge Pantini - le vendite nei canali iper+super+lsp+discount ammontano a 2,77 miliardi di euro e se si aggiungono anche i cash&carry e l’e-commerce dei retailer generalisti si arriva a poco più di 3 miliardi”.

Nel raffronto con il 2019, i dati del 2021 segnalano comunque un aumento a volume del 5% e di oltre il 13% a valore, a testimonianza di una premiumisationdei consumi di vino che va avanti da diversi anni. Ancora positivo il trend dell'e-commerce di vino dei retailer generalisti, con dinamiche inferiori rispetto al boom del 2020: +22% a valore a fronte di un +19% a volume.

Secondo Pantini l’acquisto di vini a maggior valore nella Gdo si è registrato sia verso vini di fascia di prezzo più elevata sia all'interno della stessa categoria. In effetti questo trend è in atto da diversi anni: i consumatori tendenzialmente bevono meno ma meglio. Va però verificato se i prossimi aumenti dei prezzi sullo scaffale non fermeranno questo processo.