di Luca Salomone

Mentre a cavallo fra il 2022 e il 2023 l’e-commerce aveva sperimentato, per la prima volta, l’irrompere dell’inflazione e l’effetto rimbalzo del periodo Covid, la situazione torna nei ranghi e si affacciano nuove occasioni e nuovi modelli, legati all’intelligenza artificiale. Questo lo scenario tracciato, nei giorni scorsi, dalla diciottesima edizione della ricerca annuale di Casaleggio Associati.

Smartphone contro pc

Partiamo dagli utenti Internet: in Italia il numero più recente, fatto segnare a inizio 2024, è di 51,56 milioni, con una penetrazione dell’87,7% (la media per l’Europa del Sud è del 90,2%, del 94,5% per la zona Ovest, del 97,6% per il Nord Europa e dell’88,4% per l’Est Europa). Il dato è in leggera diminuzione (-0,3%) rispetto a quello registrato a gennaio 2023. Di questi l’83% è attivo anche sui social.

Ma il numero di connessioni mobili, nel 2023, è stato di 81,55 milioni (superiore quindi al totale della popolazione e con una penetrazione del 138,7%), in crescita, anno su anno, dell’1,2%. La quota degli accessi da smartphone ha così toccato il 96,9 per cento.

La media di ore trascorse online si mantiene molto elevata, 5 ore e 49 minuti, sebbene ci sia un leggero calo sullo scorso anno (-1,8%); il 50,8% di questo tempo è speso su dispositivi portatili, mentre l’altra metà su computer e tablet.

Il 44,9% degli utenti online, in Italia, dichiara di utilizzare Internet per cercare prodotti e marchi e il 90,4% ha visitato siti di shopping nell’ultimo mese (secondi solo ad applicazioni per chat, messaggistica e social).

Il 47,1% fa acquisti online con cadenza settimanale e la percentuale sale al 62% se consideriamo anche i servizi e prendiamo come riferimento l’intero anno (la stima è di 38 milioni di utenti unici nel 2023), anno che si è chiuso con 442 mila nuovi clienti.

Circoscrivendo il perimetro ai maggiori operatori del settore il numero è anche superiore e sfiora i 44 milioni di compratori a settembre 2023.

I ricavi esplodono

Il valore del fatturato e-commerce in Italia tocca, nei dodici mesi solari, 80,55 miliardi di euro, con una crescita annuale del 27,14 per cento. Diversamente dal 2022, l’inflazione ha contribuito solo per una piccola parte (6,16%).

Il 2023 – come già detto - è stato quindi un periodo di normalizzazione, dopo la fiammata dei lockdown e il riallineamento del mercato nel 2022.

Tuttavia, la crisi ha iniziato a incidere su alcuni settori come l’elettronica, che ha vissuto una contrazione, e alcuni beni di lusso, come gioielli e orologi.

Il primo anno di normalità dopo le ‘montagne russe’ del Covid - ondate di acquisti e successiva contrazione, e, soprattutto, il costo del denaro, passato dai tassi zero ad alti livelli - ha messo a nudo la necessità di avere modelli di business con marginalità positiva. Specialmente ha reso chiara la necessità, per i vendor, di dotarsi di un raggio di azione internazionale, in modo da ammortizzare gli investimenti.

In media, comunque, un sito di e-commerce italiano lo scorso anno è cresciuto, in termini di fatturato, del 27,14% - come detto - e quindi molto sopra le aspettative di inizio anno degli operatori (+17,26%).

A registrare i dati migliori sono stati i marketplace (+55%), seguiti dagli e-commerce specializzati in viaggi e turismo (+42%) e da quelli focalizzati sulla cura e/o nutrizione degli animali (+37%).

Un futuro intelligente

Fra i principali obiettivi che si pongono le aziende compaiono, per il 65%, l’aumento del profitto e dei ricavi, l’acquisizione di nuovi clienti (49%), la fidelizzazione dell’utenza (40%), l’aumento dell’awareness (26%), l’incremento della marginalità e delle quote di mercato (23%), la crescita dell’ordine medio (12%).

Gli investimenti dei grandi gruppi sono direzionati soprattutto in due aree: il consolidamento, tramite acquisizione di concorrenti, o aziende affini, e lo sviluppo di nuove tecnologie AI che, con grande probabilità, cambieranno il modello di commercio elettronico che oggi conosciamo.

L’AI avrà due impatti: il primo, immediato, sull’efficienza dei processi, aumentando la produttività anche a due cifre percentuali; il secondo sull’interfaccia che utilizzeranno in futuro i clienti, interfaccia che probabilmente sarà vocale e permetterà l’interazione con oggetti intelligenti, in grado di compiere azioni di scelta e comparazione.

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