Il primo quotidiano sulla GDO
Aggiornato al 21 Maggio 2024 - ore 15:00
La cucina asiatica è un business. Dunque l'azienda reggiana, si rafforza, con l'entrata di uno specialista sino-americano.
Le famiglie sono state capaci di salvaguardare il proprio patrimonio e di aumentarlo. Però molti hanno paura e conservano riserve liquide.
Nel 2022 il gruppo ha conseguito ricavi di 130,5 milioni di euro, con un Ebitda di 18,1 milioni e un utile netto di 7,6 milioni. Il retailer, re ...
L'operazione, che riguarda tre nazioni - Italia, Spagna e Polonia -, conferma la buona congiuntura di un canale che è sinonimo di moda e ristorazione.
Crédit agricole Italia interviene su due obiettivi Esg: emissioni legate ai prodotti ed equità sociale.
Si tratta, per il leader dello sportivo, di un'operazione di cassa ricorrente e che non prelude certo a chiusure.
L’operazione permetterà di fare leva su quello che, già oggi, è uno dei punti di forza dell’azienda, rappresentando il 65% del business.
La catena inglese avrebbe tutte le carte in regola per funzionare bene, eppure ha dovuto presentare istanza di fallimento.
Aumento di capitale, acquisizioni, innovazione. Il colosso cooperativo fa bene i suoi conti e prepara un bilancio da 1 miliardo e mezzo.
Accordo fatto con il gruppo turco Arçelik, che ha un fatturato mondiale di 6,5 miliardi di euro e marchi come Beko e Grundig.
Anticipare di parecchio tempo i crediti verso la Gdo, per concentrarsi, già ora, sulla prossima campagna e sulle attività promozionali: questo lo scopo dell'accordo tra Factorit e il consorzio valtellinese.
Unicredit aveva rilevato un terzo di La Villata nel 2020, nell’ambito della riorganizzazione societaria che aveva portato Giuliana Albera e Marina Sylvia Caprotti ad acquisire il controllo totale del gruppo.
«L’operazione chiude nel migliore dei modi il capitolo della nostra ricostruzione - commenta Cosimo Rummo -, Da domani potremo finalmente concentrarci sui nostri obiettivi industriali e sui programmi di crescita consolidando l’ottimo andamento degli ultimi anni».
La transazione riguarda poco più del 21% delle azioni ancora in circolazione, dedotto il 78,47% già posseduto da Amalfi,