L’Agcm, che già aveva acceso il semaforo rosso sulla fusione tra Arcaplanet e Maxi Zoo, avviando, il 22 novembre, un’istruttoria, ha chiesto, alle due parti, nuova documentazione. La decisione è riportata nel bollettino di ieri, 10 gennaio.

Infatti, il dispositivo si conclude affermando che “è necessario che le parti procedano a effettuare una nuova, accurata e completa comunicazione all’Autorità ai sensi dell’articolo 16, comma 1, della legge n. 287/90”, che reca le norme per la tutela della concorrenza e del mercato.

Nella precedente istruttoria, l’Authority rilevava che la fusione, mettendo insieme rispettivamente Arcaplanet (382 punti vendita a giugno, cioè al momento dell’annuncio del deal) e 136 Maxizoo avrebbe potuto «ostacolare in modo significativo la concorrenza nei mercati della vendita al dettaglio dei prodotti pet, determinando il rafforzamento, o la costituzione, di una posizione dominante».

Ricordiamo che l’operazione, cui partecipano il fondo londinese Cinven, nuovo proprietario di Arcaplanet, subentrato a Permira, e, per una quota molto significativa ma, comunque, di minoranza, Fressnapf (casa madre di Maxi Zoo) porterà, una volta definiti gli aspetti concorrenziali, alla costituzione di una catena specializzata con un fatturato superiore a mezzo miliardo di euro.