In seguito alle decisioni del governo in tema di liberalizzazioni Federdistribuzione, l’organismo di coordinamento e di rappresentanza della maggioranza delle imprese distributive operanti nei settori alimentare e non alimentare, chiede con forza che le amministrazioni locali recepiscano al più presto lo spirito della riforma sulle liberalizzazioni, traducendola velocemente in atti concreti.

Sono infatti le regioni, che hanno la titolarità in materia di normative sul commercio, che devono rendere applicativi i provvedimenti sulle liberalizzazioni decisi dal governo, evitando rallentamenti che rischierebbero di frenare la modernizzazione e la crescita del sistema Paese. Occorre, a livello locale, andare oltre la tutela di interessi corporativi, per mettere al centro gli interessi dei cittadini, generando le condizioni per avere mercati con piena libertà di concorrenza: solo così si garantisce lo sviluppo economico e quindi un riequilibrio sociale del Paese.

Tra i settori oggetto delle decisioni del governo, nel mercato dei carburanti, secondo Federdistribuzione, un processo di liberalizzazione che porti all’apertura a nuovi operatori, e tra questi quelli delle insegne della gdo, rappresenta l’unico modo per ottenere un concreto abbassamento dei prezzi delle benzine e un miglior servizio al consumatore, promuovendo un generale percorso di ammodernamento e di maggiore efficienza.

Anche per il settore dei giornali, è necessario che le amministrazioni locali accolgano prontamente le indicazioni del governo, per eliminare ogni interpretazione restrittiva, permettendo la vendita di ogni tipo di pubblicazione al di fuori delle edicole, consentendo così al consumatore di avere la migliore opportunità d’acquisto possibile.

“Siamo soddisfatti delle decisioni del governo. – dice Paolo Barberini, Presidente di Federdistribuzione – La scelta delle liberalizzazioni deve continuare ad essere un’impostazione strategica degli interventi governativi, completando alcune liberalizzazioni avviate solo a metà, come quella dei farmaci da banco che prevede la presenza di un farmacista negli esercizi commerciali alternativi alle farmacie, e coinvolgendo in modo rilevante anche energia, banche e assicurazioni, tutti settori nei quali la mancanza di vera concorrenza genera un costo elevatissimo per l’intera comunità, un costo che finisce poi per ricadere sempre sulle spalle dei cittadini contribuendo a frenare l’evoluzione dei consumi e quindi dell’intero sistema economico nazionale”.