di Luca Salomone

Come si è conclusa la vicenda di Wilko (Wilkinson hardware stores), il discounter di articoli per la casa, il giardinaggio, gli animali domestici, la scuola, che, pochi mesi fa, ha dovuto presentare istanza di fallimento, in assenza di un compratore e in presenza, invece, di troppi costi e di una rete eccessivamente capillare? La catena con 400 punti vendita diffusi in tutto il Regno Unito è stata smembrata.

The Range compra l'online

L’ha acquisita, in modo molto parziale, The Range, retailer multicanale con 210 punti di vendita fisici fra UK e Irlanda, che ha concluso la transazione a 5 milioni di sterline… cifra bassissima per una realtà che fattura l’equivalente di 1,4 miliardi di euro, dando lavoro a 12.500 persone.

Ma il dato si spiega facilmente, visto che The Range, che opera sulle medesime categorie, ha rilevato quasi solo asset immateriali e digitali: il marchio, con i relativi diritti di proprietà intellettuale, e il sito di e-commerce. Così a trovare un porto sicuro sono state solo le 36 persone che componevano il digital team di Wilko, mentre per gli altri si profila un licenziamento in massa.

Più tangibile l’intervento di gruppo Pepco (leggi altro articolo di Distribuzione moderna), che attraverso Poundland, si è aggiudicato, in affitto, 71 punti vendita, ora in fase di conversione, e il relativo stock. Inoltre, Andy Bond, presidente esecutivo, ha dichiarato che «sarà un piacere offrire lavoro ad alcuni colleghi di Wilko, che trarranno vantaggio dall’essere parte di un gruppo paneuropeo di successo e in rapida crescita».

Da ambulante a magnate

Ma torniamo a The Range. La catena è stata fondata, all’inizio degli anni Novanta, dall’imprenditore Chris Dowson, classe 1952. Dowson si legge in alcune note biografiche, è un vero ‘self made man’: ha cominciato, nella nativa Plymouth, come ambulante. Diventato, poco dopo, commerciante in sede fissa con un proprio negozio, è arrivato a costruire un gruppo con un fatturato consolidato di circa 1,4 miliardi di sterline.

In sostanza, a parte quanto già portato a termine, sembra che la vicenda sia giunta all’epilogo e che, a rigore, si prospetti la chiusura dei 330 negozi che non sono passati sotto l’egida della multinazionale polacca. Ma le location sono, in gran parte, centrali, per cui è possibile ipotizzare l’intervento di altri soggetti.

Gli osservatori britannici notano, comunque, che il caso di Wilko è uno dei più gravi e drammatici che si siano mai abbattuti sulla distribuzione specializzata locale.

Intanto, almeno online, il brand è in fase di ripartenza proprio in questo mese di ottobre, come spiega una nota dell’advisor Pwc.

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