Una semestrale da fare invidia, quella che ha diramato questa mattina, 5 febbraio, il Gruppo Bonduelle, colosso francese delle verdure pronte di gamma, in scatola, e surgelate, a riprova che i beni ad alto valore aggiunto, quelli che vengono incontro ai bisogni di praticità del consumatore, continuano a ripagare chi li produce, ma anche, soprattutto, a dimostrazione del fatto  che le aziende sono protese in uno sforzo di conquista di nuovi mercati.

Il fatturato di gennaio-giugno ha chiuso con un balzo dell’11,3%, dando uno spunto del 15% nel secondo trimestre e toccando 979,3 milioni di euro. Il rialzo è dovuto, oltre al buon andamento delle vendite (+2,2% la crescita interna), anche agli effetti del cambio (+2,1%) e alla politica di acquisizioni (+7%): Kelet Food rilevata in Ungheria alla metà di maggio 2012; tre stabilimenti produttivi e un centro di confezionamento conquistati in marzo negli Usa; acquisizione degli attivi commerciali e industriali del gruppo cooperativo Cecab in Russia; quattro siti industriali rilevati, sempre negli States, da Allens, Bergen, Oakfield e Brockport (stato di New York) et da Fairwater (Wisconsin) insieme ai marchi Chill Ripe e Garden Classic. E questo solo per limitarci alle operazioni recenti.

Il gruppo, che ha chiuso lo scorso anno con un giro d’affari di 1.767 milioni di euro conta impianti in 18 Paesi e i suoi prodotti sono distribuiti in un centinaio di nazioni. I 4 marchi di punta sono, oltre a quello omonimo, Cassegrain (per la Francia), Artctict Gardens (Canada), Globus (Russia e Cei).

La semestrale mette in luce una certa sofferenza nel Vecchio Continente nei primi tre mesi (-1,8%), dato compensato dal +1,2% del secondo trimestre. La nota diramata dal quartier generale di Villeneuve-d’Ascq (Nord-Pas de Calais) conferma “che l’atonia dei consumi resta molto tangibile, soprattutto per le attività che riguardano i marchi del distributore. Una simile performance convalida la strategia del gruppo di puntare sui propri marchi, attraverso l’innovazione e il marketing”.

Nelle zone extraeuropee, che hanno un’incidenza del 36% sul venduto, le cose vanno molto diversamente (+8% nel semestre), con una crescita, fra aprile e giugno, del 13,8% in termini reali (cioè a cambi e perimetro costanti) e addirittura del 47,6% in valore assoluto. Oltre alle acquisizioni negli Usa, mercato molto interessante per la multinazionale francese, si nota il particolare dinamismo dell’area latino-americana.