di Luca Salomone

Coopfond (Legacoop) e Fondosviluppo (Confcooperative), i fondi mutualistici delle due principali centrali cooperative italiane, hanno sottoscritto strumenti finanziari partecipativi per un valore complessivo di 9 milioni di euro, emessi da Consorzio Granterre.

Chi entra nel board

In questo modo due nuovi consiglieri entrano nel Cda. Si tratta di Dora Iacobelli (direttrice progetti e formazione di Coopfond) e di Cristian Golinelli, segretario generale di Confcooperative Terre d’Emilia.

Il consorzio è un gigante agroalimentare, che, con i caseifici soci, riunisce oltre 600 allevatori di base, protagonisti nella filiera di molti formaggi Dop come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Piave e Asiago, in un vasto territorio (Emilia e Veneto), coincidente con le zone tipiche di produzione.

Già dal 2019 ha assunto la guida industriale e, poi, il controllo dell’omonimo gruppo industriale Granterre (società per azioni con 18 stabilimenti produttivi e logistici e 2.250 addetti), avviando, inoltre, il processo federativo di alcune delle principali Ig italiane nei formaggi stagionati e nei salumi, e relativi marchi, processo culminato, nel 2021, momento dell’alleanza con Agriform, importante cooperativa casearia di Sommacampagna (Verona).

Obiettivo due miliardi

Disponendo di brand come Parmareggio, Agriform (Grana Padano), Casa Modena (salumeria tradizionale), Teneroni (prosciutto cotto), Senfter, la società ha realizzato, nel 2022, ricavi per 1,5 miliardi di euro (700 milioni per i formaggi e 800 per i salumi), di cui circa 400 milioni sui mercati esteri. E l’obiettivo di fatturato al 2025 è di 2 miliardi di euro.

Commenta Enrico Manni, di recente nominato alla presidenza di Consorzio Granterre: «Con l’apporto, a monte, delle risorse dei nostri fondi mutualistici, saremo in grado di sostenere al meglio il nostro ruolo di controllo in Granterre, che si incrementerà ulteriormente nei prossimi anni, di pari passo con il continuo affinamento di piani industriali innovativi, sostenibili e soprattutto tesi a valorizzare ulteriormente i nostri marchi e le nostre filiere sui mercati nazionali e soprattutto internazionali, per remunerare al meglio i nostri soci». In sostanza il big del made in Italy guarda sempre di più oltre confine.

Granterre, nata come Bonterre, ha assunto il nome attuale all’inizio di quest’anno e svolge un’importante attività negli altri Paesi, dimostrata, oltre che dalla cifra in gioco (circa il 25% dei ricavi), da una rete di quattro filiali commerciali e distributive, situate in Germania (Senfter Casa Modena), Francia (Grandi salumifici italiani, Gsi France), Austria (Gsi services) e Stati Uniti (Bca New York).

Leggi anche: Granterre, il made in Italy è sempre un ottimo investimento (intervista a Maurizio Moscatelli)