di Emanuele Scarci

Un 2023 meno dolce per Domori. Il consiglio di amministrazione della società dolciaria ha approvato il bilancio Domori 2023 con ricavi per 26,3 milioni euro, in calo del 5% rispetto al 2022 (-1,4 milioni in valore assoluto). Le vendite a marchio Domori hanno invece registrato un balzo del 10,4% a 13,8 milioni. L'azienda non ha comunicato i dati del margine e del risultato d'esercizio che arriveranno con la pubblicazione del bilancio.
Seconda l’azienda, la flessione complessiva è imputabile sia agli scenari internazionali che a vendite non realizzate con alcuni player internazionali, “con cui però sono già state riprese le trattative e che si concretizzeranno in nuovi fatturati nel 2024”.
Sull’andamento generale, inoltre, ha pesato la chiusura del contratto di distribuzione con lo champagne Taittinger, sostituito da metà 2023 con il nuovo brand di Champagne Barons de Rothschild, le cui vendite, trattandosi del primo anno di distribuzione, hanno solo parzialmente compensato il turnover 2022 del brand storico.

La galassia

Domori fa parte del gruppo Polo del gusto che comprende anche Dammann Frères (the), Pintaudi (biscotti), una quota di Agrimontana (confetture), Achillea (succhi di frutta), Prestat e Rococò Chocolates (praline) e la rete dei negozi Incantalia.
L’anno scorso il Polo del gusto ha realizzato ricavi consolidati di 79,3 milioni (+6%).

Nel 2023 le assemblee straordinarie dei soci Illy hanno deliberato la scissione della holding del caffè da quella dei prodotti dolciari/the/cioccolato. A Riccardo Illy è passato il 95% del Polo del gusto tramite la holding Exgi, il 2,5% è in portafoglio al Gruppo Illy e il restante 2,5% alla famiglia Ponti.
Successivamente, in Dammann è entrato con il 24,2% il fondo Idia Capital (Ambition Agri Agro Investissement) e con lo 0,80% Val de France Expansion, entrambe società del Crédit Agricole. Il Polo del Gusto oggi controlla Dammann al 71,13%; il resto è in portafoglio a due manager.

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