di Emanuele Scarci

Domori passa al contrattacco dopo un 2023 deludente, in cui anche la chiusura del contratto con lo champagne Taittinger ha tagliato 3 milioni di euro di ricavi. Il nuovo piano 2024-2028 della società dolciaria torinese prevede un margine positivo già da quest’anno. I canali di distribuzione target saranno specialty & travel retail (come aeroporti e stazioni) e ristorazione e grocery per i quali si svilupperanno gamme e assortimenti adatti. Colpo d’acceleratore sull’export. Per gli investimenti, si proseguirà per qualche anno solo con quelli strettamente necessari ad ultimare il nuovo stabilimento ex Streglio. Inoltre il management si concentrerà sul risanamento della situazione finanziaria.

Vendite in calo
L’esercizio 2023 di Domori ha registrato ricavi di 26,3 milioni euro, in calo del 5% rispetto al 2022 (-1,4 milioni in valore assoluto), il Margine operativo lordo è stato di -1,3 milioni (contro +1,5 milioni) e la perdita netta di 4 milioni (+0,4 milioni). Il margine è negativo per diversi motivi, tra cui il rally delle quotazioni del cacao, il calo delle vendite e i costi sostenuti per i nuovi negozi (Torino, Roma e Trieste). Il debito netto è di 12,5 milioni. Nel 2021 la società ha emesso un minibond da 5 milioni, beneficiando della garanzia pubblica di Mediocredito Centrale.
Nelle vendite per marchio, Domori ha registrato un miglioramento del 2% a 16,9 milioni, il the di Dammann +9% a 3,4 milioni e Agrimontana +3% a 2,5 milioni.
Il buco di Taittinger è stato parzialmente colmato, da metà 2023, con il nuovo brand di Champagne Barons de Rothschild, le cui vendite hanno segnato 1,2 milioni.
Al netto delle vendite di champagne, il fatturato delle distribuite sarebbe stato pari a 17,1 milioni contro 16,8 del 2022 (+2%). Sul fronte dell’export il giro d’affari è scivolato del 3% a 8,2 milioni.

Non solo dolce
Domori opera nel business dei prodotti dolciari a base di cacao pregiato, destinati al dettaglio, all’horeca e all’industria. La società guidata dal ceo Janluca De Waijer è controllata per il 97,5% dal Polo del gusto Illy e per il 2,5% dal presidente Gianluca Franzoni, fondatore di Domori.
Il Polo del gusto comprende anche Dammann Frères (the), Pintaudi (biscotti), una quota di Agrimontana (confetture), Achillea (succhi di frutta), Prestat e Rococò Chocolates (praline) e la rete dei negozi Incantalia.
L’anno scorso il Polo del gusto ha realizzato ricavi consolidati di 79,3 milioni (+6%). Nel 2023 le assemblee straordinarie dei soci Illy hanno deliberato la scissione della holding del caffè da quella dei prodotti dolciari/the/cioccolato. A Riccardo Illy è passato il 95% del Polo del gusto tramite la holding Exgi, il 2,5% è in portafoglio al Gruppo Illy e il restante 2,5% alla famiglia Ponti.