La sfida principale per l’Italia è lo sviluppo economico, il cui rallentamento è dovuto anche afattori culturali, a un’insufficiente diffusione di una cultura della legalità che ostacola il buon funzionamento delle istituzioni. Lo ha affermato  il rettore della Bocconi, Guido Tabellini (nella foto), in occasione dell’apertura dell’anno accademico 2010-2011. In mezzo secolo si è passati da una crescita cumulata del 55% nel decennio 1960-1969 alla crescita addirittura negativa del decennio 2000-2009 (e anche senza la crisi del 2009 il risultato sarebbe stato una sostanziale stagnazione); la crescita della produttività del lavoro si è arrestata dagli anni ’90; dal 2002 l’Italia investe sostanzialmente meno degli altri Paesi Ue; gli investimenti diretti dall’estero rimangono vicini ai minimi storici e l’Italia non solo attrae ben pochi talenti dall’estero, ma esporta più facilmente i propri (solo l’1,66% degli immigrati tedeschi negli Stati Uniti ha una laurea, mentre per gli italiani la quota è del 4,78%). Tutto ciò riflette, più ancora che la mancanza di riforme economiche