Ha suscitato un coro di proteste l’emendamento presentato dai deputati Titti Di Salvo e Giulio Marcon (Sel), che introdurrebbe nel decreto legge relativo ai pagamenti della Pubblica amministrazione l’aumento delle aliquote delle accise sui prodotti alcolici, già gravati da tempo con una imposizione fiscale fortissima. “In un quadro economico fortemente negativo per i consumi, sono indispensabili interventi che consentano di favorire la ripresa del ciclo economico - sottolinea il presidente di Centromarca, Luigi Bordoni -. Le risorse vanno ricercate nel drastico taglio della spesa pubblica e in una spietata lotta all’evasione fiscale. Scorciatoie come quella proposta danneggiano consumatori, lavoratori e imprese”.

Il provvedimento frutterebbe alle casse dello Stato un gettito complessivo pari a 26 milioni di euro nel 2013 e a 45 milioni annui a partire dal 2014. “Siamo molto preoccupati e amareggiati. Invece di valorizzare e sostenere una delle eccellenze italiane ci si impegna a distruggerla - commenta il presidente dell’Istituto nazionale grappa Elvio Bonollo -. La nostra acquavite di bandiera, che già attraversa il difficile momento legato alla pesante situazione economica generale, rischia di essere definitivamente messa in ginocchio da un provvedimento che comporterebbe la morte di numerose aziende del settore, fallendo anche nel portare un vantaggio in termini di maggior gettito. Aumentare le aliquote delle accise per i prodotti alcolici non porta beneficio a nessuno: il loro innalzamento produrrebbe una ulteriore contrazione dei consumi, con conseguente aggravio della già difficile situazione economica del comparto delle bevande alcoliche. In altri termini è una misura fine a se stessa, incapace di risolvere i problemi e allo stesso tempo in grado di impoverire soltanto la categoria dei distillatori”. Va detto che a fine 2012, secondo Nielsen, il settore degli alcolici ha registrato una contrazione delle vendite a volume del 6%.

In allarme anche AssoDistil, l’associazione degli industriali della distillazione: “L’aumento delle accise – sottolinea Antonio Emaldi, presidente degli industriali del comparto – porterebbe esclusivamente a un’ulteriore contrazione dei consumi, vanificando così le aspettative di maggiori entrate per le casse dello Stato”. Per giunta, come dimostrano i dati del Ministero dell'economia e delle finanze, a partire dall’ultimo aumento dell’accisa nel 2006, per le casse statali il gettito annuo medio relativo agli alcolici è progressivamente diminuito.

Nel 2012 si è addirittura raggiunto il “minimo storico” delle entrate derivanti dall’accisa sulle bevande alcoliche, con una decrescita del 22% rispetto al 2006, quando si è assistito al precedente incremento dell’imposta, che ha fatto diminuire il gettito di ben 150 milioni di euro in soli sei anni.