Eppure, dopo la svolta della “Botte”, così viene chiamata l’Italia dai nostri cugini, qualcosa comincia a muoversi. A Marsiglia, una settimana fa, l’iniziativa di apertura festiva, coordinata dalla locale associazione dei commercianti, dalla Camera di commercio, e – cosa inaudita – dal Comune, è stata in effetti un insuccesso, ma almeno ha dato un segnale forte: a conti fatti le adesioni sono state di 140 dettaglianti su 3.331 recensiti. Il motivo della débâcle è però soprattutto economico, visto che non è prevista dalla legge una precisa contropartita per il lavoro domenicale (anche da noi comunque, visto che i lavoratori e i sindacati sono giustamente in fermento). Per lo meno però la città non si scoraggia e promette di continuare. Si tratta del primo Comune a beneficiare delle deroghe previste per le località turistiche.
Gli opening straordinari continueranno e del resto si dà per certo un compenso preciso per i lavoratori: maggiorazione salariale del 30% per 15 domeniche lavorate e un giorno di riposo garantito. I grandi sindacati – a parte Cgt – hanno firmato tutti.
E non è finita. Da tempo in Spagna una parte dei politici sta lottando per la deregulation degli orari, con un discreto consenso da parte sia della popolazione che, ovviamente, degli operatori economici.
Nel prossimo Canton Ticino, gli ordinatissimi commercianti svizzeri, durante il mese di agosto, si sono quasi ribellati in quanto i loro concittadini, la domenica, passavano il confine per fare la spesa nei nostri supermercati e centri commerciali, aperti non stop.
Insomma l’Italia è per una volta, in senso buono, la pietra dello scandalo.