I diretti responsabili sono due cinesi, multati per 50.000 euro e rimandati alle autorità giudiziarie.

A quanto pare le indagini erano partite nei mercati rionali. Tuttavia i fatti suscitano grandi interrogativi, se si pensa a un monitoraggio condotto – in novembre e dicembre - da Legambiente e reso noto in gennaio. Su 37 sacchetti per la spesa ritirati presso diversi punti vendita della grande distribuzione organizzata in sette regioni, 20, pari al 54% del totale, erano risultati non conformi alla legge che ha messo al bando le buste non compostabili.

Sono 5 le regioni dove sono stati prelevati i sacchetti non conformi: Campania (7), Basilicata (6), Puglia (3), Calabria (3) e Lazio (1). Gli shopper ritirati in Lombardia e Veneto sono risultati invece regolari. A livello provinciale la fotografia era questa: Potenza 6 violazioni; Avellino, Bari e Napoli 3; Vibo Valentia 2; Benevento, Catanzaro e Roma 1.

Nessuno ha accusato la Gdo dei fatti del 5 marzo e, del resto, lo stesso monitoraggio aveva individuato Milano come piazza non a rischio per super, iper e liberi servizi. Tuttavia Assobioplastiche invita alla vigilanza da parte di tutti gli operatori e denuncia un clima non tollerabile.

“Si conferma quello che da sempre sappiamo: il mercato degli shopper per la spesa è popolato di individui e organizzazioni i cui comportamenti possono avere effetti nocivi sull’ambiente e sull’intero sistema economico italiano – ha spiegato il presidente, Marco Versari -. Importare sacchetti fuori legge, prodotti in mercati in cui non esistono controlli, dannosi per l’ambiente e rivenduti illegalmente, significa infatti sottrarre risorse economiche al nostro Paese e impedire lo sviluppo di un settore - quello della bioeconomia- che crea posti di lavoro ed è al centro della politica europea”.