Ieri alla Borsa di Francoforte le azioni di Beiersdorf, titolare fra l’altro di marchi come Nivea e Labello, hanno tenuto banco. Motivo: un rumor sulla possibile e prossima vendita della regina tedesca della cura persona al colosso americano Procter & Gamble. Le azioni hanno guadagnato circa due punti.

Ma quanto c’è di vero? Un portavoce di Maxingvest, la holding fondata da Max et Ingeburg Herz, che detiene il 50,47% di Bdf, il 100% di caffè Tchibo e il 12% di Escada (colosso internazionale del pronto moda donna) ha smentito recisamente: “Non vogliamo dire nulla, se non che i nostri ultimi contatti con P&G risalgono al 2003. La voce di una vendita è totalmente priva di senso”.

Però i trader tedeschi sembrano molto bene informati, persino sul prezzo offerto dagli americani per tutto il pacco della famiglia Herz, ovvero 98 euro per azione, un bel fiume di denaro, se si pensa che ieri il titolo, pure in fase di picco, aveva raggiunto 72,17 euro. E si parla anche di un’Opa, presumibilmente amichevole vista la generosissima offerta della multinazionale a stelle e strisce.

L’unione tra Bdf e P&G non comporterebbe particolari problemi di sovrapposizione dell’offerta, se non per un comune interesse nel segmento uomo, dovuto alla compresenza nel futuro supergruppo di Nivea for Men e Gillette. Ma ovviamente, se matrimonio ci sarà, questa specifica concentrazione passerà al vaglio delle autorità preposte alla vigilanza della concorrenza e del mercato.