Sembra non avere fine la lotta fra Bernardo Caprotti e i figli Giusepppe e Violetta. Al centro del contenzioso, come tutti sanno, la diatriba sul pacchetto di controllo di gruppo Esselunga, intestato prima ai discendenti e poi ripreso dal fondatore.

Venerdì, come riferisce il “Corriere della Sera”, l’anziano imprenditore – 90 anni in ottobre – ha spuntato una vittoria presso il Tribunale di Milano, che ha ritenuto «improcedibili tutte le domande esperite da Giuseppe e Violetta Caprotti nei confronti del padre Bernardo a eccezione di quelle di usucapione e di decadenza dell’usufrutto».

A questo punto Giuseppe e Violetta, che potrebbero ancora fare ricorso, si troverebbero a pagare ben 200.000 euro di spese legali.

Questo non conclude il contenzioso scoppiato fra il patron e i suoi figli nel 2011, ma è solo uno stop nella parte civilistica della controversia. I figli infatti hanno impugnato il lodo arbitrale del 2012, favorevole a Bernardo, e la successiva sentenza della Corte di Appello, che ribadiva le conclusioni del collegio.

Ora si attende la pronuncia della Cassazione. La prima udienza della Suprema Corte è fissata a breve termine.