Agli Apple Store (380 nel mondo), Steve Ballmer oppone i propri Microsoft Store. Negli Usa se ne contano già 24, ma altri 30 apriranno entro le feste di Natale: a New York, San Francisco, Vancouver, Toronto, Cincinnati, Salem, Newark, Corte Madera (California),   più due a Porto Rico. Le architetture ricalcano gli schemi tecno di Apple – del resto in questo mercato ci sono codici architettonici comuni – e, su superfici per forza di cose ampie, accolgono oltre a un ricco assortimento a scaffale, eventi a tema, e servizi come il personal training, il personal shopping e la consulenza informatica al desk. Ovviamente è previsto un grosso piano di franchising e, dato il peso del marchio, gli aspiranti non mancheranno di sicuro.

L’obiettivo di sempre è la rivale Apple che in questi anni, grazie al mobile, ha fatto soldi a palate. E se Ipad, con la sua impressionante quota del 96%, è certo un osso molto duro da rodere, è vero anche che per Surface, il nuovo tablet di Redmond, si attende una prima bordata di ben 3 milioni di ordini, dicono i ben informati. E questo è solo un assaggio.

L’ampliamento della rete è giustificato da una stagione autunno-inverno particolarmente calda. Windows 8,  Windos Phone  8,  e, soprattutto, il citato Surface (prezzo fra 300 e 700 dollari, a seconda della configurazione e del fatto che l’utente sia o meno abbonato a una serie di servizi),  tablet in due configurazioni, una più “leggera”, equipaggiata con Windows RT – che uscirà tra un mesetto, insieme a Win 8 – e una molto più ambiziosa: si tratta praticamente di un vero ultrabook di ultima generazione, dotato di Win 8 pro e previsto per dicembre, se la tabella di marcia verrà rispettata.

Le strategie battono tutte sul medesimo concetto, ossia la portabilità del computing e l’apertura verso una Internet  sempre più 2.0, destinata a seguirci in tutti i nostri passi, in casa e, specialmente, fuori. A quando un telefono tutto Microsoft, dal software, che c’è già da tempo, all’hardware?